Nel 2005 esce per Arab Sheep, una piccola etichetta di Udine dai grandi risultati, il cd di debutto di F.R. Luzzi, moniker o forse sarebbe meglio dire acronimo per Francesca Romana Luzzi, songwriter già attiva nel progetto Lefty Lucy di cui è possibile recuperare due release direttamente dal catalogo della stessa etichetta. Happiness is an overestimated value è una raccolta di 9 tracce prodotte dal polistrumentista Gaetano Dimita e pilotate da Francesca con l’aiuto di validissimi musicisti come Marco Lirussi alla fisarmonica e Simone Sant al basso e alla chitarra acustica. F.R. Luzzi in questo senso si configura come un vero e proprio combo sostenuto dal songwriting di Francesca e da una ricerca sonora assolutamente rara nei vari e sfrangiati contesti della musica indipendente Italiana, soprattutto se ci riferiamo a scelte di impostazione acustica che equivocano lo-fi per un basso profilo di idee condannato ai capricci del clima e dell’imponderabilità. La stampa specializzata, quasi tutta entusiasta, estrae una serie di cartucce parlando di Everything But The Girl, Suzanne Vega, il nuovo folk Svedese e cosi via. Al di là dei riferimenti, sicuramente tutti validi nell’esercizio un po’ necrofilo che accomuna chi scrive di musica, quello che sorprende di Happiness is an overestimated value è il procedimento quasi haiku di sottrazione degli elementi strumentali; contro ogni narcisismo anti-folk l’erosione diventa un procedimento faticoso indirizzato alla scelta dei timbri e delle textures essenziali; non è un caso che strumenti come la fisarmonica, l’uso dei cori, l’affacciarsi dello spettro di un Theremin in un brano splendido come Pearls Before Swine tendano a costituire un’architettura sonora che procede per ellisse (ellisse del non visto e del non sentito) e che si colloca in una posizione distante anni luce dalle sclerosie vintage che si affidano al modernariato strumentale come paramento d’arredo per stanze sonore senza spirito. Per sciogliere ogni dubbio, o meglio, per farne crescere di nuovi, Indie-eye ha raggiunto Francesca Romana Luzzi fino a Udine e l’ha coinvolta in un lungo Podcast di quasi quaranta minuti che ci racconta dell’esperienza F.R. Luzzi, delle scelte compositive e produttive di Francesca, della scena musicale Friulana e di molte altre cose. All’interno del Podcast oltre ad una scelta di samples tratti da Happiness is an overestimated value è possibile ascoltare You could be mine, una traccia dal vivo registrata per radio Koper/Capodistria il 6 gennaio del 2006 per In orbita Sessions, trasmisione di Ricky Russo che ringraziamo per la disponibilità del materiale; e un remix di Human Race, traccia d’apertura di Happiness.., realizzato da Teho Teardo e al momento di pubblicare questo Podcast, ancora inedito. Le foto utilizzate per la cover di questo numero di Indie-eye Podcast e quelle utilizzate all’interno del profilo myspace di Indie-eye sono di Luca D’agostino. Indie-eye vi invita ad ascoltare questo Podcast e a visitare il profilo myspace di F.R. Luzzi.
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