venerdì, Novembre 22, 2024

Kayo Dot: in arrivo “Dowsing Anemone With Copper Tongue”, il nuovo album

kayo_dot.jpgUna delle vie per descrivere la musica dei Kayo Dot è ricorrere all’idea di rizoma; potrà sembrare forzato e forse ad alcuni anche banale, ma quello che in altri contesti potrebbe essere ridotto alla definizione incerta di progressivo, nel caso dei Kayo Dot sortirebbe l’effetto di un addomesticamento pericoloso, asfittico e fin troppo connotativo. Rizoma invece, nell’accezione di fecondazione che straripa e che si riconnette in modo anomalo a qualsiasi punto della sua radice per poi dipartirsene, è un approccio possibile per avvicinarsi ai suoni di Choirs of the eye, il primo cd di lunga durata realizzato dalla band di Boston nel 2003, per la Tzadik di John Zorn. I Kayo Dot, nati da più di una costola dei Maudlin of the Well si riformano praticamente sotto il controllo di Toby Driver e ampliano l’organico fino ad otto elementi; cercando di radicalizzare la disintegrazione dei confini metal che aveva caratterizzato in parte anche le produzioni precedenti. E’ lo stesso Driver che in alcune interviste si augura di perdere per la strada i cattivi ascoltatori, nell’esigenza probabilmente di non veder precipitare il suo progetto sotto una definizione angusta e generica. La Tzadik di John Zorn non è e non può essere un incontro casuale; la musica dei Kayo Dot si sottrae a qualsiasi categorizzazione sia in termini di economia e durata delle tracce che nel tentativo di esplorare il rumore trascinandolo verso i confini di un soundscape ambient. Per descrivere la radice mutogena del dispositivo Kayo dot piuttosto che a quelle band Earache che esploravano i limiti di un genere ma con un approccio al suono sostanzialmente monolitico e alla lunga riconoscibile (Godflesh in primis), è molto più fecondo riferirsi all’episodio Execution Ground dei Painkiller o al misconosciuto esperimento di Scott Ayers sotto pseudonimo Walking Timembombs, mi riferisco al bellissimo Static Migrations realizzato insieme a Tribes of Neurot che dissolveva il territorio sonoro dei Neurosis, di per se già apolide, in un gemito di suoni della mutazione. Choirs of The eye è un album a mio avviso straordinario, un sistema inesorabile di chaos, tragedia e liberazione sonora, che si sbarazza dell’orpello escatologico del metal riferendosi a tradizioni molto complesse. Per alcuni sarebbe salvifico giocare al trivial del rock che piace a certa critica, e ridurre un esperienza sonora come questa alla mummificazione dei riferimenti cosi per uscire dall”impasse; il risultato potrebbe magari sortire effetti indesiderati è tutto sommato vitali proprio nell’accumulazione e biforcazione dei riferimenti; in questo senso la definizione che la Band da della sua musica presso la pagina di Myspace, è molto divertente: “le nostre influenze sono molteplici; ma siamo stati paragonati ai King Crimson, ai Neurosis, ai GYBE e a Jeff Buckley?!”. Kayo Dot sono Toby Driver alla voce/violoncello/basso/contrabbasso, John Carchia alla chitarra, Tom Malone alle percussioni, Mya Matsumiya violino/viola, Ryan Mcguire Basso Contrabbasso, Forbes Graham Tromba/chitarra/corno.
Kayo Dot sono vicinissimi alla pubblicazione del loro secondo album, in uscita il 10 Gennaio del 2006; da Dowsing Anemone With Copper Tongue, Indie-eye vi propone in anteprima un estratto di 3 minuti.

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.
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