Sembra che l’ondivagare di Alan Sparhawk, ben raccontato nella foto-intervista che i Low hanno rilasciato a Fabio Pozzi e Francesca Pontiggia sia una coincidenza di opposti tra RGC e Low; mentre i secondi cercano di spazzare via un periodo di transizione tornando in fondo alle origini del loro songwriting, i Retribution Gospel Choir entrano con tutta la testa in un pasticcio Fm Rock old school già inaugurato dal secondo episodio full lenght della band; “2” aveva ben poco a che fare con la sporcizia narcolettica à la “Come” del debutto datato 2008 e raccoglieva una serie di brani dal suono conciso, pulito e innocuo. The revolution Ep sembra porre una pietra tombale su tutte le felici intuizioni della band, costituito com’è da quattro tracce di heavy-pop di matrice quasi ottantiana. L’artwork del cd in questo senso non mente e non siamo certo dalle parti dei Rye Coalition con quella loro forza un po’ puttanesca e distruttiva, più che decostruttiva, di riferirsi al passato mandando tutto in vacca (Comunication Breakdance, ZZ Topless e via dicendo). E’ sufficiente l’attacco power metal in stile Kiss di Maharisha o le parodie di quello che conosciamo come il songwriting di Sparhawk (the stone, I’m a man) qui addizionato con handclaps e un repertorio sonoro imbarazzante per raccontarci che The revolution Ep più che esser sintonizzato sulle coordinate storiche della nostalgia, suona semplicemente vecchio e stanco. The Revolution Ep esce il 2 aprile per Sub Pop Records.
L’ep è scaricabile gratuitamente (previo inserimento e-mail) dal sito ufficiale di RGC