giovedì, Novembre 21, 2024

Andrea Franchi – Il Topo: la recensione

Dopo l’ottima uscita solista con  Lei o Contro di Lei (recensito da questa parte su indie-eye) il nuovo anno accoglie un secondo lavoro firmato da Andrea Franchi. Si tratta de Il Topo raccolta della musica composta come colonna sonora per l’omonimo spettacolo teatrale tratto dal racconto fantastico di Raffaello Pecchioli, adattato per la regia di Paolo Magelli. Un cambio di palco non nuovo per l’artista toscano che già passato aveva avuto modo di cimentarsi nella composizione per il teatro, occupandosi della parte musicale del Pinocchio portato in scena dalla compagnia Manni-ni Dall’Orto per la regia di Pamela Villoresi.
Dodici tracce leggiadre e poliedriche nelle quali le voci dei protagonisti del libro di Pecchioli trovano il proprio spazio e la propria rappresentazione sulle righe del pentagramma.

Dallo squittire frenetico e sincopato del topo Jack, passando per le articolazioni lignee del bambino Carruba fino alla rappresentazione della voce del narratore, l’album rielabora con delicatezza i momenti dello sviluppo narrativo, facendosi ora prologo, ora sviluppo, ora conclusione.

Le voci concertano alternando a pezzi strumentali brani cantati o recitati, raggiungendo un risultato degno di pregio, nel quale la musica non diviene parafrasi del testo, ma conserva una chiara e distinta impronta digitale. La capacità compositiva di Franchi accosta all’uso del pianoforte, arrangiamenti ambientali, pone in immediata sequenza il germogliare sobrio di Intro Gocce e l’incursione latina, sud americana di Sambatopa.

Ne risulta uno zootropio musicale, una rotazione di movimenti, musicali e non, che visionati in successione, restituiscono la totalità della storia narrata. Il Topo è un lavoro appassionato ed elaborato, di certo fra gli esempi ideali per descrivere l’incontro fra musica e arti visive.

Giulia Bertuzzi
Giulia Bertuzzi
Giulia vede la luce (al neon) tra le corsie dell'ospedale di Brescia. Studia in città nebbiose, cambia case, letti e comuni. Si laurea, diventa giornalista pubblicista. Da sempre macina chilometri per i concerti e guadagna spesso la prima fila.

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