Afrobeat. Di quello tosto, fatto di sudore, ritmiche forsennate, free form ed improvvisazioni mutuate dal jazz, assoli indiavolati di sax, ¾ a pioggia, invocazioni spiritate, anime assatanate. Il collettivo più afrobeat in circolazione licenzia il suo quinto lavoro per l’etichetta regina se si parla del genere in questione e di black music in generale: la Daptone Records. Gli Antibalas del sassofonista Martin Perna sono i migliori interpreti, oggi, della febbre afro diffusa dal Black President Fela Kuti. Questo loro omonimo è indubbiamente uno dei lavori più riusciti dei nostri: sembra proprio che il sodalizio stretto con la label newyorchese del duo Gabriel Roth (che produce il disco) e Neal Sugarman abbia infuso ancora più convinzione e passione nelle braccia e nei cuori dei musicisti. Non ci si ferma mai, il flusso percussivo è incessante e continuo, le 6 tracce che compongono l’album abbracciano l’ascoltatore e lo conducono verso una danza accanita e stordente, un caleidoscopico muro sonoro che impasta jazz, funk, latinismi, soul ancestrale, tempi dispari ed esplosioni che travolgono tutto e tutti (emblematica l’ultima traccia, la torrida e trascinante Sarè Kon Kon). L’orchestra è indiavolata, il groove regna sovrano, l’incipit è bestiale – Dirty Money: batteria trascinata e secca, guerra di fiati, break centrale che rompe il fiato, ripartenza in pompa magna – e, come detto, il resto non è da meno. Danzate nel vostro salotto insieme agli amici più cari, liberatevi con l’afrobeat: Fela da lassù vi benedirà, con occhio spiritato e ghigno da combattente figlio di puttana.
[box title=”Antibalas – S/T (Daptone Records, 2012)” color=”#5C0820″*]
Tracklist
dirty money | the rat catcher | him belly no go sweet | ari degbe | ibèji | sarè kon kon [/box]