Chi ha visto la clip di “Killer Mouse”, il singolo di Becky Lee & Drunkfoot pubblicato in occasione del lancio di “Hallo Black Halo” il primo vero full lenght della songwriter originaria dell’Arizona, dovrebbe aver ben presente un hard-blues trainato dalla voce cristallina di una mistress sul modello di betty page. Quello è il suono e l’immagine più evoluta della nostra, che nel 2008 incideva otto tracce di blues scarnificato, con un combo ridotto al lumicino e una stomp box. Erano le prime canzoni che Becky scriveva e che recentemente la Voodoo Rhytm Records di proprietà del notevole Reverend Beat-Man ha pubblicato sotto il nome di “one take session”. E lo spirito è proprio questo, tra blues, rock’n’roll e derive garage-punk sudicissime (per esempio, le bellissime “Take me out” e “Man Like you”) che matureranno in un suono più compatto nel debutto full lenght, ci sono tutti gli ingredienti di un talento messo a nudo dove emerge la forza vocale della Lee, già versatile e capace di stare a metà tra Jazz e Blues, di sporcarsi improvvisamente o di riferirsi alle interpreti americane classiche degli anni ’50. Rozzo e lo-fi, “one take session” non è quindi un esordio, ma semplicemente l’anatomia di un suono che ha già preso una direzione più evoluta, e che dimostra quanto il songwriting di Becky fosse già solido. Tra la vitalissima imprecisione di questi otto brani e il suono molto più curato di “Hallo Black Halo” c’è una differenza solo formale, perchè la Lee sembra comunque a suo agio anche in un contesto più scabro, non perdendo per la strada neanche un briciolo di intensità. Siamo impazienti di vederla nuovamente in pista con il secondo album effettivo.