Il live di Ben Frost è il terzo appuntamento di c(h)orde, rassegna presentata da Snob Production e Lanificio 159; Sabato 28 gennaio alle 21, presso la Chiesa Evangelica Metodista di Roma, in via XX Settembre 123 il musicista ormai stanziato a Reykjavík porterà sul palco un live set che incontra sempre di più l’esperienza visuale, ad allargare la percezione “meccanica” del lavoro di frost ci sarà infatti il progetto visivo “Conversation with spaces” di Notfromearth, format che plasma la tecnologia audiovisiva per reinterpretare gli spazi fisici espandendone l’effetto “cinematico”. Tra le recenti collaborazioni di Frost ci piace ricordare quella con Yuri Ancarani per il suo nuovo lavoro intitolato Piattaforma Luna di cui abbiamo parlato approfonditamente su Indie-eye Straneillusioni. La performance di Ben Frost sarà seguita dal live set di Opium Child – progetto di Francesco de Figureido e Valerio Mannucci, coinvolti anche in Nero magazine -, in cui riecheggeranno reminescenze dance, storpiate e rallentate, dimensioni eteree, echi nostalgici e memorie oramai disintegrate. A circondare gli ospiti di C(H)ORDE, uno scenario visivo sempre differente, con gli interni della Chiesa Evangelica Metodista che saranno “vestiti” da uno stage multimediale fatto di videoproiezioni e video-mapping. Lo stesso, che ha accolto l’incredibile live act “Bălănescu Quartet Plays Kraftwerk” del maggio scorso, anteprima della rassegna. Simbolo e al tempo stesso mezzo di elevazione, la corda è legame tra Cielo e Terra, è strumento che vibrando produce musica, è tentativo umano di connessione dinamica con l’ignoto. Per questo, location della rassegna è la Chiesa Evangelica Metodista di Roma. Inaugurata nel 1895, la chiesa possiede affreschi e vetrate che riprendono temi e simboli cari alla tradizione iconografica cristiana in un luogo estremamente suggestivo che coniuga elementi architettonici classici ad una visione d’insieme quasi liberty. Il leitmotiv più profondo tra i quattro appuntamenti di C(H)ORDE, è quello di mettere in evidenza il binomio tradizione/contemporaneità, poli imprescindibili – ma non necessariamente antitetici – del conflitto tutto umano tra sacro e profano. Ancora una volta un invito a fermarsi, ascoltare, guardare fuori dal tempo ossessivo e dai ritmi accelerati del nostro vivere quotidiano.