Ghost, diretto dal fotografo Pierre Debusschere, nello stile dei suoi fashion movie più riusciti, è uno studio sul corpo, il movimento e la luce, dove la Knowles rivendica la sua indipendenza dal modello femminile precedente, e dalle etichette discografiche con un testo molto preciso e i beats di un’elettronica più sostenuta rispetto al melodramma di Pretty Hurts, ma sopratutto con la definizione di un’immagine tra possente presenza fisica e mutazione, realizzata dal complesso utilizzo di tessuti, colori complementari, e un progressivo squamarsi del corpo negli aspetti più evanescenti e digitali dell’immagine. Il video di Debusschere si avvicina in questo senso al lavoro di Nicholas/Craven/craig fatto per Justin Timberlake e per What Now, il recente singolo di Rihanna, pur senza arrivare alle costruzione “estrema” di un “mostro” tra CGI e motion graphics; Beyoncè anche in questo caso, accentra “fisicamente” l’immagine, se ne appropria, emerge in tutta la sua prepotenza dai volumi e dall’estetismo di Debusschere, riprendendosi il corpo dalla fantasmaticità dell’immagine.
(…segue) Pretty Hurts di Melina Matsoukas