La loro forza sta nel non essere, decisamente, al passo coi tempi. Ma è anche l’unica. Questa formazione di cinque elementi provenienti dalla bella Sardegna propone sette pezzi di rock duro, un garage punk che più delle influenze da loro citate nel loro myspace, come Sonic Youth e Fugazi, risente di attitudini decisamente 90’s. Voce femminile (in lingua inglese) potente e accesa quella di Cristiana del Giudice, distosioni sincere, ritmi in 4 quarti compressi ed elementari. Brani ben suonati che tuttavia non hanno lo sviluppo e il respiro vincenti, affidandosi ad uno stle omogeneo, ma senza soluzione di continuità. E un sound che alla lunga finisce per stancare, senza lasciare ferite, quelle ferite intense che band del calibro di Hole (il primo album) e co,a cui seppur indirittemente i nostri sono accostabili, riuscivano a provocare. La carica resta tutta in apparenza, senza scavare nel profondo, per approdare alla fine a soluzioni abbastanza scontate e finendo nel calderone del già fatto e del già visto.
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