domenica, Dicembre 22, 2024

Cody ChesnuTT – Landing On a Hundred (One Little Indian Records, 2012)

Correva l’anno 2003 quando una canzone made in USA riempiva l’etere e parte della programmazione televisiva, compariva dagli zapping fra le frequenze radiofoniche fino ad essere eseguita sul palco del festivalbar. Si tratta di The Seed, un pezzo dei The Roots contenuto nell’album Phrenology. Oltre ad esser divenuto un successo tutt’ora gradito, il singolo ha segnato il debutto su vasta scala di Cody ChesnuTT, autore del brano in questione. Nonostante l’esordio del 2002 con l’album The Headphone Masterpiece, è nel 2003 che Cody guadagna nome e notorietà grazie al fortunato featuring vocale coi The Roots,  che permette al pezzo – già presente nell’album di debutto – di raggiungere un successo oltre lo sperato. Dopo circa 10 anni, durante i quali Cody ha collaborato coi The Roots e realizzato alcuni EP da solista, il musicista presenta il suo ultimo lavoro, dal titolo Landing On a Hundred. Onorando appieno il significato più puro della parola blues,  Landing On a Hundred si rifà al significato espresso dalla frase “Keeping It One Hundred” e che suona come una dichiarazione d’intenti e un’implicita confessione: quella di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità. Una promessa d’amore o forse, meglio, di reciproco rispetto e di totale sincerità nei confronti delle aspettative del pubblico. Nulla nella realizzazione dell’album è stato lasciato al caso; dalla registrazione fatta al Royal Studios di Memphis, agli arrangiamenti, all’artwork. A conferire una certa poeticità al tutto, s’aggiunge che Cody ha registrato il tutto per mezzo dello stesso microfono utilizzato da Al Green.
Il disco apre sul versante R&B di ‘Till I Met Thee, con ritmi da locale notturno, arrangiamenti pomposi che lasciano spazio ai borbottamenti degli ottoni. Una salsa in perfetto stile black, vocalizzi importanti dove si inseriscono virtuosismi corali e accompagnamenti strumentali. Con I’ve Been Life i suoni cambiano, l’incursione attinge ai territori hip-hop e alla periferia americana fatta di marciapiedi e campetti da basket. È con  That’s Still Mama che Cody dimostra di sapere fondere più generi creando uno stile proprio, meno emule di svariati modelli e producendo un suono caldo e profondo, come in That’s Still Mama, o voluttuoso, come nel caso di What Kind of Cool (Will We Think of Next). Spaziando dal soul di  Love Is More Than A Wedding Day, al funky di Where Is All The Money Going?, l’album è un franco R&B con espliciti richiami alla tradizione blues degli anni ’60 e ’70. Un disco morbido e ben calibrato corredato da una buona dose di oculata ruffianeria.

Giulia Bertuzzi
Giulia Bertuzzi
Giulia vede la luce (al neon) tra le corsie dell'ospedale di Brescia. Studia in città nebbiose, cambia case, letti e comuni. Si laurea, diventa giornalista pubblicista. Da sempre macina chilometri per i concerti e guadagna spesso la prima fila.

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