Caricate i tamburi delle vostre pistole e riponetele nelle vostre fondine. Afferrate il lembo dei vostri cappelli e sistematelo a sfiorare le sopracciglia, una stretta alla bolo tie e una alla bandana al collo e andate quindi incontro a Rome. E badate bene di fare attenzione perché di fronte a voi vi si pareranno non uno, ma quattro avversari: tre meticci dai trascorsi bui ed un’ammaliante fanciulla. Danger Mouse, Daniele Luppi, Jack White e Norah Jones, sono i nomi dei ricercati per Rome, album nato in seguito dall’incontro fra Danger Mouse e Daniele Luppi tenuto a battesimo diversi anni or sono dal Times. Quando al primo fu chiesto di redigere una veloce playlist degli ascolti più in auge del momento, inserì nell’elenco anche un brano, An Italian Story, scritto da un cervello, e orecchio, in fuga dall’Italia, Daniele Luppi; fu così che i due si conobbero, intrapresero svariate collaborazioni fino a pensare che in fondo non sarebbe stato male produrre qualcosa totalmente loro. Dopo circa cinque anni, ecco Rome. Il lavoro si colloca a metà tra una OST in piena regola e un album che ha dato ospitalità ad una quantità ragguardevole di musicisti e artisti, partendo dai vetusti collaboratori de Il Buono, Il Brutto e Il Cattivo (Marc 4, I Cantori Moderni, Gilda Buttà, Antonello Vannucchi, Gegè Munari, Alessandro Alessandroni) giungendo agli interpreti vocali Norah Jones e Jack White. L’album non lascia nulla al caso, tanto meno la registrazione, realizzata a Roma, presso gli studi Forum, in forma live e direttamente su nastro, lasciando fuori dalla porta qualsivoglia ritocco elettronico. Quindici brani per un ascolto che supera di poco la mezz’ora nell’avvicendarsi di fulminei prelude, tracce lasciate completamente alle gole dei cori, frammezzi sonori e pezzi più ariosi e spensierati. Curatissimo nei dettagli mira, e riesce appieno, a ricreare le atmosfere del western cinematografico, pervadere il tutto con un sapore vintage e inserire piccoli cammei che sollazzano gli orecchi più attenti, come nel caso dell’ouverture di Black, richiamo armonico inequivocabile ad Hotel California degli Eagles che lascia successivamente spazio alla voce bassa e calda di Norah Jones. A Them Of Rome, obbligata prefazione nonché tributo a Ennio Morricone, segue The Rose With The Broken Neck, titolo baudeleriano per il canto solitario di cowboy al trotto a cui Jack White presta la propria voce duplicata dall’eco del glockenspiel. Le stesse lamelle auratiche descrivono i profili di Morning Fog e Her Hollow Ways, con rimandi per certi aspetti orientali al motivo del carillon di Sette Anni in Tibet. Two Against One è finestra su un Jack White che mancava da tempo e che sfoggia una sentita interpretazione blues rock supportata dai suoni cristallini e puri della chitarra acustica e della celesta. L’intarsiatura pop spetta a Problem Queen interpretata dalla voce solista della Jones. L’architettura della setlist ricalca appieno quella di una buona OST che si rispetti; le tracce sono tra loro incatenate e concorrono a creare un tema di fondo unitario e compatto impedendo altresì la possibilità di estrapolare un singolo dall’album (tranne forse Two Against One) grazie soprattuttuto all’utilizzo delle intermissions. Rome è un disco delizioso di ottima fattura ed è un ascolto a cui non si può mancare.