lunedì, Novembre 25, 2024

Dust – Kind (Tomobiki, 2012)

Se i navigli milanesi si tramutassero nel Mississippi, è certo che i Dust suonerebbero lungo quelle rive. A sentire le prime battute di Kind, Ep della formazione milanese, verrebbe da dire che si tratti di album prodotto e registrato oltreoceano, magari in qualche studiolo isolato fra Arkansan e Missouri. Al contrario, sorprende leggere che il disco è stato registrato fra Mono Studio di Milano dall’orecchio e occhio attento di Matteo Cantaluppi, Hollywood Garage di Arezzo da Paolo Alberta. Kind  si apre al ritmo dei suoi freschi e gonfi delle chitarre di O My Mind, una ballata ricca e coinvolgente che beneficia a grandi dosi dell’uso del mandolino. Difficilmente l’ascolto del pezzo non porterà alla mente l’associazione con le produzione alla National così come la voce Andrea rimanda per intensità e resa a Smith degli Editors (specialmente in Never Defined). Diversamente da Tuesday Evenings, album di debutto autoprodotto, le cinque tracce dell’Ep mettono in evidenza la cura certosina della produzione e le potenzialità del gruppo che in pezzi come O My Mind e Never Defined, rivela propria la predisposizione per il classic rock di discendenza Neil Young. Peccato che talvolta l’album suoni esageratamente laccato e lucidato; i passaggi sul ritornello di Ink-Loaded Love a tratti sembrano troppo scolastici per quanto sono perfetti e calibrati. Un potenziale singolo da chart in cui sofferenza e trasporto si alternano in quel sali e scendi tipico dei tormentoni stagionali. Molto più efficace è la ballata blues di Collapse Of Art specialmente nel pezzo centrale nel quale, fra voce distorta e chitarre aggressive, i suoni si fanno più sporchi e cupi. Sulle note struggenti di Still Hiding, Still Trying si chiude Kind, un album che senza dubbi permetterà ai Dust di lanciarsi in future produzioni meno condizionate dall’effetto studio.

Giulia Bertuzzi
Giulia Bertuzzi
Giulia vede la luce (al neon) tra le corsie dell'ospedale di Brescia. Studia in città nebbiose, cambia case, letti e comuni. Si laurea, diventa giornalista pubblicista. Da sempre macina chilometri per i concerti e guadagna spesso la prima fila.

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