Pensavate che il filone del Punk-rock-revival si fosse finalmente esaurito assieme al primo lustro di questo nuovo secolo? Stando a sentire Eddy Current Suppression Ring sembra che in Australia non sia andata così. Il quartetto di Melbourne nasce nel 2003, anni in cui in Italia la spinta propulsiva di gruppi come Derozer, Pornoriviste e Shandon si fa sempre più loffia, per non parlare degli Stati Uniti e Nord Europa dove questo fenomeno era già scemato assieme al vecchio millennio (si pensi ai vari Lagwagon e Millencolin). ‘So Many Things’, di conseguenza, è una raccolta di ben 22 tracce che ripercorrono la storia del gruppo dalle origini fino ad oggi, compresa l’aggiunta di 3 cover, una sorta di “best of” in versione Low-Fi. A metà fra i primi Sex Pistols (quelli con Glenn Matlock al basso, per intenderci) e il Ben Weasel nel momento più marcio della sua carriera, con l’attitudine da teste vuote e ossa rotte tipica dello street-punk, ci sputano in faccia tutta la rabbia e l’anticonformismo di cui sono pieni i loro bronchi adolescenziali. La title track, prima canzone del disco, una sghemba spoken-word accompagnata da una tastiera distorta promette ciò che poi non viene mantenuto dai seguenti pezzi, che scorrono via senza lasciare traccia fra chitarre tirate degne del peggiore Joe Queer, organetti stonati che sembrano essere suonati da un Brian Wilson sbronzo di Tequila e linee di basso a là Misfits. Troppe cose da dire, troppo poco interessanti da ascoltare e con così poco tempo per esprimerle.
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Tracklist:
So Many Things | Get Up Morning | You Don’t Care | It’s All Square | Precious Rose | Boy, Can I Dance Good | She’s Dancing Away | You Let Me Be Honest With You | We’ll Be Turned On | Demon’s Demand | I’m Guilty | That Time Of Day | It Ain’t Cheap | Noise In My Head | Sometimes | Iraq (It’s on the Map) | Wet Cement | Hey Mum | Through The Trees | T.A.L.O.I.G.A. | We Got The Beat | Rush To Relax