Cinque nuove tracce per i Fukyo, non il noto bodhisattva ma la band pugliese che aveva debuttato nel 2013 con “Wasabi”. Quello che mi do è il loro nuovo lavoro autoprodotto, con distribuzione digitale Sounday. Si conferma il suono aspro e oscuro degli esordi, con un lavoro di cesello maggiore, grazie alla produzione di Giulio Ragno Favero con cui la band ha lavorato presso le stanze del Lignum Studio di Padova.
Tra psichedelia, echi stoner, noise rock di stampo “classico” e una sporcizia che non guasta, Fukyo cantano in italiano e raccontano il loro tempo tra disillusione, desideri e progetti per il futuro. “Fatti spazio amore nel mio inferno c’è un bel sole” è un verso che riassume il tono cinico e divertito che attraversa tutte le liriche dell’Ep, tanto per confermare universi sonori ed espressivi che strizzano un occhio agli ultimi Verdena, al periodo meno intimista e più sonico dei Marlene Kuntz, ma anche al modo in cui Francesco Motta utilizza la voce.
Un lavoro onesto che scorre via senza intoppi e che ci incuriosisce sui risultati che la band potrebbe raggiungere dal vivo.