Vinilone 180 grammi, produzione mirabile nei celeberrimi Outside/Inside Studio a cura di due volponi della scena garage nostrana (Nene Baratto dei Movie Star Junkies e Matteo Bordin dei Mojomatics). The Waiting Grounds, secondo album degli avellinesi Funny Dunny è il classico “killer album” che non lascia nulla al caso e non da nulla per scontato, a cominciare dal sound: se è vero che si tratta di garage punk (di ottima fattura) è altrettanto evidente l’intenzione di Sal Mirabella e compagni di non fermarsi ai soli clichè del genere, bensì di tentare di espandere le proprie influenze con intelligenza e senza snaturarsi. Quello che ne vien fuori è forse il migliore disco di rock’n’roll tout court uscito in Italia nell’anno da poco trascorso. Un esempio? Le intenzioni swing che profumano un brano come B-Side, o il surf tarantinato di Mugello’s Theme e quello sporcato da umori dark di Failure.
C’è ovviamente il classico garage punk arricchito con dosi di r’n’b e rockabilly (I’ve Been) che avvicina i nostri a livello stilistico con gli altri veterani della scena, i sardi Rippers, anche se rispetto a quest’ultimi i Funny Dunny possiedono meno furia anfetaminica e più gusto per la melodia: ascoltare Otis, o l’iniziale Both Of You, con tanto di trascinante inciso di sax. Il tributo ai Sixties viene pagato con She Said Yeah, portata al successo dai Rolling Stones. Il resto sta sulle coordinate di eroi minori del garage anni ’90, The Makers, The Hentchmen, gente che usciva su etichette tipo Norton ed Estrus.
Mica roba da poco, insomma.
Funny Dunny:
Renato Pagliuca: guitars and vocals
Giulio Laudadio: bass
Remigio Vildacci: drums
Sal Mirabella: lead vocals
Marcello Spinelli: guitars and vocals
http://www.facebook.com/funnydunnyband