martedì, Novembre 5, 2024

Füxa – Dirty D: futuri mai vissuti.

Randall Nieman osserva che alcune delle peggiori afflizioni della contemporaneità possono essere rappresentate dalla lettera “D”: l’illusione della democrazia, l’abbandono (dereliction), la Disney. Da questa considerazione un po’ peregrina, ne viene il curioso titolo dell’ultimo lavoro della sua creatura più longeva, in attività, tra riduzioni d’organico ed impegni collaterali, praticamente da vent’anni. Aldilà di ciò, null’altro è concesso ad un’analisi più approfondita delle dinamiche sociali, tanto più che piuttosto che guardare alla spietatezza della realtà, Füxa preferisce vagheggiare d’impossibili viaggi interstellari, tra fughe spaziali ed oasi galattiche. Arriva su in Germania (la dieresi programmatica…) e attraversa le porte del cosmo, praticamente, seguendo quello stesso percorso che ripete già da diversi album in qua. Niente di nuovo, quindi, per l’ex Windy & Carl, che ripete ad oltranza la mimica kosmische filtrata dall’esperienze di Spacemen 3 e Stereolab. E’ quindi un susseguirsi di quadretti lisergici dominati da tastiere, delay, borboglii sintetici, 4/4 elettronici di marca Suicide/Harmonia e accenni di corde in acido; laddove la titletrack è una Cheree strumentale, lieve ed ossessiva sorretta un organo (o quello che è) e Shout Out Loud concerta nuovi accordi Rev e Vega/Ralf e Florian. Berzap si muove morbida, tra svenevoli pinkfloydismi, in territori Air; Whisper sta da qualche parte tra neu welle e ultimi Devo e la chitarra west coast di Unknown, sperduta in un oceano di filtri cosmici, rimanda, ancora, alle sempiterne intuizioni del buon Sonic Boom. Menzione a parte per l’apertura affidata a The Blue Barracuda e la cover di Stand By Me posta in conclusione: la prima una bella sospensione ambient folk per voce femminile; la seconda uno scempio immotivato di cui è meglio tacere. Alla fine, Dirty D resta un lavoro interlocutorio ma non sgradevole: uno tra i tanti di quegli innumerevoli progetti minori che agitano i fondali della musica di confine.

Alessio Bosco
Alessio Bosco
Alessio Bosco - Suona, studia storia dell'arte, scrive di musica e cinema.

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