Si definiscono una band apolide, tanto fuori di testa quanto l’autore dei loro testi, vissuto più di duemila anni fa, mente troppo acuta per il tempo in cui visse, estraneo ai fasti ellenici, celebrato post mortem a lungo dalla filosofia antica e odierna. Loro sono gli Heraclite e l’autore in questione Eraclito, filosofo vissuto tra il VI e il V sec. a.C. Questa unione atemporale celebrata in questa prima opera deriva dalla volontà di Gautier Degandt, cineasta e cantante del gruppo, di esaltare l’opera del pensatore efesino, attraverso la riproduzione integrale (in greco antico!) degli aforismi dello stesso ed anche mediante la parte musicale. In linea di principio quest ultimo compito riesce in parte: i mantra tessuti dalla band non sfociano sempre in qualcosa di nuovo, seguendo il principio eracliteo del panta rei, tutto scorre. Piuttosto, su una struttura fissa, intervengono sviluppi interessanti in stile free jazz o world music, attraverso le percussioni e strumenti non così comuni come il doudouk e il sassofono. Talvolta si punta verso il funk come in polumathie, talvolta la matrice è più punkettona come machestai, rimandando a quelle perle compositive di Mike Watt nel periodo d’oro dei Minutemen. Schizofrenici come pochi, gli Heraclite nascondono molteplici anime, esternate con un cantato collettivo urlato e con prodezze gutturali rimandabili a Arrington de Dionyso: dalla danza della pioggia di elpetai ai deliri di nuctipolois, i rituali del gruppo paiono evocare la presenza ectoplasmatica del defunto filosofo. E se vi lasciate coinvolgere, è probabile che quel vecchio pazzo compaia realmente davanti a voi a declamarvi massime filosofiche ballando al ritmo della sua band.
Heraclite – Heraclite (Naxoprod/Urgence Disk, 2010)
