Anima da micione, voce grossa da felino pericoloso. Non sottovalutiamo IO e la TIGRE, duetto da Cesena nato dalle ceneri dei Lemeleagre ma con tutt’altra ragione sociale. L’Ep che consegna al mondo le prime 6 tracce autoprodotte dona un nuovo modo di vivere come riot grrrl. Già dall’apertura Sottovuoto ricorda il doo-wop californiano dei Best Coast, e la struttura del gruppo è la stessa: chitarra e batteria con voce femminile. “Un elenco decennale di gloriosi inizi rotolati sul finale”: sicuramente questo disco non ripercorre la massima citata, soprattutto in questo pezzo, ‘La mia collezione impossibile’, il migliore del lotto. Il primo singolo estratto, Il lago dei ciliegi, ritorna sul pop rock in stile surf. Citazione necessaria anche per Cuore, cover di Rita Pavone cantata con un piglio alla Maria Antonietta. Il pezzo insegna un’ottima lezione: gli anni ’60 non è detto che debbano morire sepolti dal post-rock.
Apparte la banalotta Producers, c’è dell’anima in tutti i pezzi. Nell’Ep autoprodotto, sei tracce che hanno trovato due brave autrici, si trova rabbia filtrata come té nero bollente senza zucchero. Viene fuori l’intimismo di chi sa mettere le carte in tavola di una storia d’amore, professionale, familiare che sia. Come due sono i membri, doppia è l’anima del gruppo. Per rimanere tra le ultime uscite IO e la TIGRE guardano alle Sleater-Kinney (ma guai a cercare somiglianze: non ne troverete), con la quiete di Lily & Madeleine anche se la rabbia e l’approccio melodico-indolente ricorda la Nada dell’insuperabile e insuperato “Tutto l’amore che mi manca”
IO e la TIGRE è una formazione che con grande facilità fa convivere il vecchio e il nuovo, senza l’obbligo del post-modernismo che spesso sfocia nel ridicolo. Un ottimo inizio, che speriamo conviva e convinca con un disco sulla lunga distanza
Io e la tigre: la mia collezione impossibile, il video