Disperso nella valanga di uscite di fine 2011 l’EP dell’appena ventiduenne londinese Jamie N Commons non è di certo sfuggito alla stampa inglese: stando a Q, BBC e al Guardian il 2012 sarà il suo anno fortunato. Jamie nasce a Bristol, a 6 anni segue i genitori a Chicago, città perfetta per innamorarsi del blues. Appena adolescente si trasferisce a Londra, studia musica alla Goldsmiths, rinomata fucina di giovani creativi (vi bastino James Blake e Maria Minerva), e si annida nei pub di New Cross. Voce (prematuramente?) roca e nicotinica, forma longilinea, cappello e chitarra in spalla, Commons scrittura una five-men band e dà il via al suo esperimento. Atmosfere desertiche, chitarre feroci e increspature di studiata epicità, così The Preacher apre nobilmente le danze portandoci con eleganza nei territori di certi Lanegan e Martyn, senza che scomodiamo i masters del Mississippi. Sui temi ci siamo in pieno: amori strazianti, dispersioni paesaggistiche e tanta tanta religione, non tanto indagata con intimistica inquietudine, quanto asservita a un citazionismo mai sterile, ma giocato con intelligenza. Colpisce 15 Petals, cover di Elvis Costello, a quanto pare primo fan celebre del nostro, la cui voce disperata e suasiva risplende nell’ottima Lola, che mette da parte le sbornie quasi surf dei primi brani recuperando una dimensione scarna che sa di personificazione ben riuscita. L’esile gospel di Hold On ricorda vagamente le disinvolture del Cave di Kicking Against The Pricks, che già allora faceva del confronto con la tradizione un affascinante gioco da ragazzi. Un EP-miccia che chiama conferme.
[box title=”Jamie N Commons – The Baron EP” color=”#D46D00″]
Il video di The Preacher
Produced by Jamie N Commons, Eliot James
Cover by Tony Evans
Photo by Tom Beard
Tracklist
1. The Preacher (3:46)
2. Nina (3:41)
3. 15 Petals (3:14)
4. Now Is Not The Time (3:22)
5. Hold On (1:45) [/box]