Ecco un disco che ripropone la spinosa questione del “derivativo”, categoria di cui ho sempre diffidato al pari del concetto di “maturità”. Nel caso dei francesi Kim Novak il dubbio che persiste riguarda proprio questo gioco di rimandi per cui diventa difficile per chi scrive decidere se abbiano ascoltato di più tutto il carrozzone post-punk-wave di fine ’70 primi ’80, oppure se semplicemente amino “citare” (le virgolette hanno il loro peso) i gruppi che oggi ne ripropongono i suoni nella new-new-wave, Interpol e Maximo Park in testa. Alla fine propendo più per la seconda ipotesi, gli americani in particolare finiscono per essere il paragone più ingombrante per la band francese, al punto di gettare un’ombra sull’intero Luck & Accident che, peraltro, sarebbe un lavoro godibile, a tratti ispirato (cito “Turn A Rabbit” e “Female Friends” tra le altre) e molto ben prodotto da Françoise Chevaillier con il contributo di Markus Dravs (già collaboratore di Brian Eno e Bjork).
Insomma, se Luck & Accident di Kim Novak ha un difetto non è la mancanza di originalità, bensì di personalità. E se anche il concetto di “utilità” mi è sempre sembrato di difficile applicazione in musica, mi è tuttavia impossibile evitare di domandarmi se ci sia veramente bisogno di dischi come questo.
Pubblica l’album Talitres e distribuisce per l’Italia Wide. Su myspace i Kin Novak puoi pre-ascoltarli da questa parte.