giovedì, Novembre 21, 2024

King Ayisoba – Wicked Leaders: la recensione

Chi mastica un po’ il Ghanese e ha avuto modo di ascoltare la musica di King Ayisoba dice di non aver compreso una parola delle sue canzoni, e questo perchè la lingua di Ayisoba è molto lontana dalla maniera d’esportazione e vicinissima al suo popolo, alla piazza in rivolta, alla rabbia e allo stesso tempo alla forza della danza. Nato nel 1974 nell’area del Bongo a Bongo Soe, estremo est del Ghana, King Ayisoba è cresciuto avvicinandosi in tenera età al Kologo, uno strumento che ricorda il banjo.

Comincia quindi ad esibirsi nei piccoli bar della zona, durante le cerimonie funebri fino a quando non lascia la regione per trasferirsi in una città molto più popolosa come Accra; ed è proprio qui che incontra Terry Bonchaka, uno dei musicisti Ghanesi più importanti degli ultimi anni, morto in un incidente d’auto. In qualche modo King Ayisoba ne riscatta l’eredità culturale cominciando a lavorare con il suo tecnico del suono, Panji Anoff, figura di spicco e CEO della Pidgen Music, etichetta indipendente specializzata in una fusione interessante tra tradizioni locali e musica di respiro più internazionale, come per esempio quella dei The Sankwas Bois, tra rap e musica Ghanese, Yaa Poono, tra freestyle, MC e folk.

King Ayisoba, pubblica nel 2006 un primo CD intitolato “Modern Ghanaians” con il quale comincia a farsi conoscere nella scena Ghanese, per poi vincere un premio al Ghana Music Festival Award. Dopo il secondo album, “Africa“, pubblicato nel 2008, comincia a girare l’Europa diventando cosi il tramite tra il Ghana e altri paesi per la diffusione popolare di questo tipo di musica. “Wicked Leaders“, pubblicato da Makkum Records etichetta di Amsterdam fondata nel 2009 da Arnold de Boer, è il primo album di King Ayisoba inciso con una band vera e propria, un ensamble di musicisti che oltre agli strumenti della tradizione, come le percussioni guluku, la Sinyaka che è un’altra percussione, il dorgo, il flauto tradizionale chiamato wii, ovvero tutti gli strumenti suonati nel nordeste del Ghana, integrano clarinetto, flauto, tromba e sopratutto lo Xilofono per come viene suonato nella regione occidentale del Ghana, spingendo il suond verso una contaminazione che può far pensare al lavoro di Fela Kuti sulla tradizione Africana anche se siamo molto lontani dalla forma afrobeat, perchè se il contenuto politico è animato dallo stesso spirito di rivolta, musicalmente sono tutti gli elementi tradizionali che influenzano l’utilizzo di strumenti “alieni” a quella cultura in una direzione radicalmente tribale.

Per non parlare ovviamente dell’inconfondibile voce di Ayisoba, che non si capisce davvero da dove venga fuori, tanto è nasale e allo stesso tempo graffiante e quasi accordata sul timbro del Kologo. È lo stesso Ayisoba che parlando delle sue capacità vocali, parla di una voce che viene dalla natura, dagli animali sacri e dallo spirito di suo nonno. E in effetti la musica dell’artista Ghanese sembra una jam senza sosta e ossessiva, il cui motore performativo è quello della possessione. Anche aver mantenuto questa incredibile centralità del Kologo, non è un’operazione del tutto scontata, perchè in Ghana sono ancora pochissime le persone che lo suonano, e Ayisoba lo utilizza cantandoci in Frafra ma anche in Twi e in Inglese, tre lingue che gli consentono di diffondere un suono specifico, facendosi capire il più possibile.

Anche per questo “Wicked leaders” è un album potentissimo, ipnotico, coinvolgente, e al di la della title track, forse il brano più facilmente esportabile per la struttura maggiormente pop, tutte le altre composizioni sprigionano una forma danzante originalissima che lo stesso Ayisoba cerca di mantenere per distinguere il suo suono da quello di altri paesi come il Mali, il Sud Africa, la Jamaica, la Nigeria che sono riusciti ad esportare le loro traduzioni musicali in modo più semplice; il suono Ghanese rischia di essere dimenticato, per questo King Ayisoba produce una musica cosi potente e radicale.

Ugo Carpi
Ugo Carpi
Ugo Carpi ascolta e scrive per passione. Predilige il rock selvaggio, rumoroso, fatto con il sangue e con il cuore.

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