Che il lavoro di KK Null ai limiti dell’udibilità sia anche inscritto in una percezione tutta orientale del ciclo vitale della natura, lo avevamo detto in occasione del lavoro condiviso con Israel Martinez e Lumen Lab initolato Terra Incognita, impressione che cresce anche solo leggendo le note che accompagnano questo nuovo lavoro a nome KK Null commissionato da INA-GRM e presentato per la prima volta al Festival Presences electronique a Parigi il 6 aprile del 2013. Pubblicato in due versioni, una quadrifonica su DVD e quella che stiamo recensendo, stereofonica su CD, è una vera e propria memoria sonica della terra che, parafrasando le stesse parole di Kazuyuki Kishino, si espande fino alle origini del cosmo nella relazione tra corpo, terra e dimensioni invisibili, facendo emergere i suoni sepolti tra creazione e distruzione, come segni di una forza vitale che include il battito, il ritmo ventricolare, l’elettricità cerebrale e i suoni della natura.
L’esperienza di Cryptozoon attraverso un’unica traccia di diciannove minuti, allora si delinea come un viaggio tra animato e inanimato, con la traduzione in suoni delle sinapsi che dall’esperienza individuale, trasformano i limiti cognitivi in percezione extra-sensibile della natura; ruscelli, suoni animali dimenticati, un’elettricità naturale la cui sorgente non sembra decriptabile, e quelle esplosioni post-industriali e di ascendenza terroristica a cui ci ha abituato Kazuyuki Kishino in tutte le declinazione del suo comporre, parte di una concezione dell’esistente che include gli aspetti più dolorosi e putrescenti come forme di estrema bellezza. Ancora una volta il centro è l’esperienza acusmatica per come l’aveva teorizzata Pierre Schaeffer, una trasformazione che dal suono trascolora nella natura e viceversa.
Una volta entrati in questo spazio virtuale ma fortemente ancorato allo spazio reale da cui origina la vita, KK Null trasforma improvvisamente il rumore in un groove ripetitivo per poi disperderlo nuovamente in un’esplorazione open air di epifenomeni catturati “en directe”, perchè la musica di KK Null ormai si ascolta come si guarda un pianosequenza.