venerdì, Novembre 8, 2024

Lilies on Mars, l’intervista su indie-eye.it

“Lilies on Mars”, i Gigli su Marte, è un nome che richiama l’estetica del non-luogo, dunque, è facile introdurre subito un punto centrale della vostra attività artistica, avete dichiarato di avere una certa passione per internet, di preferire canali validi ma non sovraesposti, oltretutto siete una band di origine italiana stabilitasi a Londra da tempo e in collaborazine con Elsewhere Factory, una realtà trasversale che parte da Cagliari per raggiungere i principali centri europei. Quali vantaggi e quali difficoltà hanno caratterizzato una storia musicale dai molteplici centri eppure sempre coerente a se stessa? Trovate che la vita da “Aliene”, il viaggio, sia una fonte d’ispirazione importante per la vostra musica?

I viaggi, le distanze, i luoghi, le persone che si trovano, si perdono o si e’ costretti a lasciare sono la forma e la sostanza delle nostre esperienze  e il modo di viverle e’ quello che raccontiamo. La nostra coerenza crediamo sia dovuta a delle radici molto forti e dalla immutabile voglia di esprimerci. Cambiano le melodie, ci si puo’ addolcire o appesantire ruvidamente, siamo coerenti alle nostre sensazioni in modo naturale e semplice con gioie e dolori. L’essere “Aliene” in qualche modo aiuta a mantenere un distacco a volte necessario per l’analisi di queste esperienze, e’ il filtro di emozioni purissime che confluiscono nella musica che facciamo.

Avete lavorato sul Remix di “The Seventh String” di Christian Fennesz per il Contest REW[f] Romaeuropa Webfactory, una interpretazione straniante e atmosferica perfettamente coerente allo spirito del grande sperimentatore austriaco, sarà per questa vicinanza di sensibilità che avete vinto il Contest, notizia freschissima in un anno interessante e pieno d’attività per le LOM.
Come avete accolto questa eccitante novità? Che rapporto avete con la sperimentazione? Quanto la musica sperimentale ha influenzato il vostro suono e cosa pensate della possibilità di proporre suggestioni di questo genere nell’ambito Indie, con un pubblico sicuramente più vasto ma fortemente recettivo e aperto alla novità?

La notizia della vittoria di questo contest e’ stata assolutamente una sorpresa molto ..sorprendente! Quando abbiamo letto che Fennesz metteva a disposizione un suo brano con le tracce crude e con il quale lui aveva iniziato la composizione di questo pezzo strumentale “The Seventh String” ci siamo ritrovate di fronte ad un’ esperienza assolutamente nuova e accattivante. Non avevamo mai lavorato su un remix. Lo abbiamo fatto in una giornata con estrema spontaneita’. Lo abbiamo vissuto facendolo nostro ma senza alterare le emozioni e la sensibilita’ del brano di Fennesz, in realta’ lo abbiamo stravolto e da un brano strumentale e’ nata una canzone. La sperimentazione e’ la chiave del nostro rapporto con la musica. Ci piace giocare con qualsiasi cosa emetta un suono aspettando quello che poi stimola una sensazione particolare, sicuramente questo e’ quello che continueremo a proporre, la nostra percezione dei suoni e il connubio con lo stimolo alla sensibilita’.

Uno dei progetti per il 2010 è la composizione di colonne sonore, non è il primo contatto delle LOM con il mondo del cinema, il tributo a David Lynch che ha seguito lo Speach sulla meditazione trascendentale del regista, è stato presentato alla KASBA comunication nel 2007. Che rapporto avete con il cinema?
I vostri video sono molto curati, l’animazione per “My liver hurts” ha uno sviluppo narrativo raffinato, la vostra musica sembra adatta a collaborare con le storie. Ci sono novità in merito? Progetti di collaborazione immediati per il cinema o le arti visive?

E’ una proposta che ci e’ stata fatta recentemente dal nostro PR Steve Ager, quella di lavorare alle colonne sonore di film. In realta’ e’ una cosa che ci attrae moltissimo da tempo. Abbandonare  in parte la “canzone” e seguire le immagini dunque la trasformazione dell’immagine in note e’ una prova che stimola la creativita’ musicale, i nostri video hanno suscitato la stessa voglia di creativita’ ed e’ uno scambio molto bello, la musica che stimola l’immagine e l’immagine che diventa musica. La prossima esperienza cinematografica la faremo tra qualche giorno, ospiti di Exploding Cinema di Londra. Suoneremo il nostro set ispirandoci alle immagini proiettate e viceversa. Inoltre abbiamo creato un nuovo progetto firmato Elsewhere Factory, si chiama Cinema Melody  insieme alla regista LunAriel – Do it for the Monster , musicheremo un suo corto metraggio e lo suoneremo live durante la proiezione. Anche durante i nostri live LunAriel e Zigoti di Elsewhere Factory proiettano delle immagini ispirate al set.

Il contratto con la Chachaman Music di Steve Ager (Nirvana, U2, Guns N Roses), la collaborazione con lo storico produttore Bill Gautier (The Cure, Fleet Foxes), l’ingresso del batterista canadese Matthew Parker e i passaggi alla BBC e da Tom Robinson, sembra il periodo giusto per il lancio definitivo nell’ambiente mainstream. Come si rapporta una band che viene dall’autoproduzione e dall’underground alla possibilità di raggiungere un pubblico molto più vasto e magari dal gusto meno definito?

Il mainstream ci spaventa moltissimo, non cerchiamo questo tipo di approccio con il pubblico proprio per il gusto poco definito e l’attenzione rivolta piu’ alla moda musicale piuttosto che al contenuto. Lavoriamo con delle persone che hanno la possibilita’ di spingerci verso questo ambiente, ma noi ci stiamo alla larga quanto possiamo. Alla BBC abbiamo dato i brani meno radiofonici in modo tale da essere trasmessi in fasce particolari.

Le collaborazioni sono sempre state importanti nella vostra storia artistica e musicale, a partire dall’esperienza delle MAB, il tour e il film con Franco Battiato, ora Dan Brantigan di Kaki King ospite del nuovo album. Concepite le LOM come un progetto aperto? Come si crea l’alchimia che consente a musicisti dalle storie diverse di incontrarsi fruttuosamente?

Lilies on Mars e’ un progetto aperto a tutte le forme di espressione, quello di collaborare con musicisti diversi fa parte di una stima reciproca e la voglia di confrontarsi e apprendere nuove cose, in realta’ capita proprio di scoprire che gli artsiti con i quali lavoriamo non hanno storie musicali cosi diverse, ma anzi si riflettono perfettamente con le nostre. Con Franco Battiato il discorso e’ stato molo profondo, la collaborazione ha portato una forte amicizia e preziosi consigli che tutt’ oggi ci regala, molto attento alle nostre evoluzioni. Quando lui chiese a me e Marina di arrangiare l’opera di Tchaikovsky per il suo film Niente e’ come sembra, ci mise alla prova. Ci dette mezza giornata di tempo per farlo. Quando lo chiamai dopo qualche ora per spedirgli il progetto pronto lui rispose: “assunte, possiamo lavorare insieme”.  La spontaneita’ nelle cose che facciamo e’ preziosa.

Un nuovo album in preparazione e un nuovo tour, con imminente passaggio Romano il 23 giugno 2010, come si traduce il lavoro di studio, specie per una band dalle forti componenti elettroniche, negli spettacoli dal vivo?

L’elettronica nel nostro caso e’ una componente di rilievo ma e’ un contorno. I brani nascono con strutture molto piu’ acustiche. Daltronde siamo entrambe delle chitarriste prima di tutto il resto. Abbiamo il synth sul palco ma ancora ci divertiamo soprattutto nello schiacciare canali sulle nostre pedaliere collegate all’amplificatore e chitarra. Invitiamo ad ascoltare live questo passaggio il 23 giugno al Circolo degli Artisti.

Novità per il prossimo futuro?

Entreremo in studio il 9 Giugno per la registrazione del nostro secondo album, manca davvero poco e siamo molto curiose di sentire l’evoluzione dall’ autoproduzione al lavoro in studio. Seguira’ un tour Europeo,  crediamo possa iniziare ad Ottobre proprio da Roma quando suoneremo al Palladium con Fennesz. Abbiamo una gran voglia di tornare in USA e poi andare in Giappone, questi gli obbiettivi piu’ prossimi.

Lilies on mars su myspace

Giorgia Mastropasqua
Giorgia Mastropasqua
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