I litio sono di Cuneo, parlano della provincia in cui vivono e lo fanno giocando con i generi in modo semiserio. Senza toccare le sponde del demenziale più urticante, il suono di “con la semplicità” è contaminato da influenze british classiche, quelle degli anni ’60 a cui aggiungono elementi patchanka, una forma proto punk trattenuta, quella dei primi talking heads o al massimo dei Blondie di Parallel Lines, ma in generale il loro sound ha più a che vedere con quel lo-fi da gruppino parrocchiale, ovvero condotto sul filo di un’incertezza assolutamente consapevole. Pur mantenendo il profilo bassissimo dell’indie nostrale, non si sfiora quasi mai il peggio dell’autorefenzialità (Lo stato sociale, le sciocchezze della Garrincha, cecco e cipo) questo perchè il lavoro del quintetto preferisce una sgangheratezza guascona che spesso straborda positivamente (la coda strumentale di “non capisco”, per esempio) e che risulta tutto sommato simpatica e niente affatto pretenziosa. Rimane una questione aperta; che ne sarà di questa musica, negli esempi migliori e peggiori, quando l’adolescenza e le province saranno un triste ricordo? Ai ventenni di qualche generazione fa e di altre latitudini Joan Jett, a noi i “litio”…..