Ci sono giornate nelle quali ti dici: “Bene, mettiamoci comodi e diamo un primo ascolto a questo disco”. Magari, ne approfittate anche per dedicarvi alla rivista/libro che non avete mai tempo di sfogliare. A un certo punto, però, i muscoli sembrano muoversi indipendentemente dalla vostra volontà. Non riuscite più a star fermi, investiti da una felice irrequietezza. Ecco, i Lüger sono uno di quei gruppi che, mentre adempite i vostri doveri intellettuali, vi fanno saltar su e dire: “Questi spaccano”. E, dopo ripetuti ascolti, siete sempre più convinti che sia così.
Daniel Fernandez, Edu Garcia, Raul Gomez, Fernando Rujas, Mario Zamora – che avevano esordito nel 2010 con un album omonimo – con Concrete light coniugano in un caleidoscopico calderone Kraut, minimalismo e psichedelia. Inoltre, spesso e (molto) volentieri, un ingrediente prende il sopravvento sugli altri, facendo deragliare il tutto verso una corroborante informità.
In Belldrummer motherfucker, rotolano perline elettroniche alla Tangerine dream. Monkey’s everywhere puzza di amplificatori bruciati e ricorda lo Zappa più fisico, quello che si diletta con l’hard rock, però accompagnato dai Kyuss. Dracula’s chaffeur wants more è un assalto stile Neu, con annessa chitarra lisergica. In Hot stuff, un basso minimalista e atmosfere space rock planano su un ossessivo tappeto percussivo. Il clavicembalo sfuocato di Shirokovsky pallasite I convive con panorami hawkwindiani e funkeggiamenti sbarazzini, ma squadrati, mentre Shirokovsky pallasite II riparte più aggressiva. All’inizio di Zwischenspiel / Quidquid latet apparebit, siamo in viaggio verso l’Overlook Hotel. Poi, magicamente, con il sitar che fa bene il proprio mestiere, svoltiamo verso l’India. Un’ultima fermata in una sorta di medioevo fantasy, dove si svolge una jam di Jethro tull e Steve Reich.
Niente di nuovo, per carità, ma senz’altro una scoperta molto positiva. Inoltre, i ragazzi sanno quando fermarsi e la lunghezza dei pezzi non è spropositata. Il tedio, dunque, se ne starà ben lontano. Che volete di più? Ah già, la rivista o libro o quello che è… Sarà per un’altra volta. Meglio così. Fidatevi.
[box title=”Lüger – Concrete light (Giradiscos, 2012)” color=”#5C0820″]
Tracklist:
Belldrummer motherfucker | Monkey’s everywhere | Dracula’s chaffeur wants more | Hot stuff | Shirokovsky pallasite I | Shirokovsky pallasite II | Zwischenspiel / Quidquid latet apparebit [/box]