Il 21 Novembre 2010 la Biblioteca Lazzerini di Prato compie un anno esatto, un anno fatto di presenze triplicate, prestiti raddoppiati, nuovi spazi e nuovi servizi; occasione per festeggiare insieme a tutti i cittadini il primo anniversario della nuova sede negli splendidi spazi della Fabbrica Campolmi. La festa si svolgerà sotto forma di apertura straodinaria no-stop dalle ore 10 alle 19; certamente una possibilità in più per visitare la biblioteca e usufruire dei numerosi servizi attivati ma soprattutto si tratterà di un’intera giornata dedicata alla musica, alle letture, agli spettacoli. si comincia con la BadaBimBumBand, street band esplosiva composta da una decina di sassofonisti, accomunati dalla passione per il ritmo e pronti a creare una performance ad alta tensione per le vie del centro. La Badabimbumband partirà alle 9.45 da Piazza San Francesco in un mix di musica popolare ed escursioni jazz, funky, rock e molto altro ancora. La marcia musicale itinerante approderà intorno alle 10.15 davanti la Hall d’Ingresso della Biblioteca (via Puccetti, 3), dove la BadaBimBumBand continuerà ad esibirsi, salutando a ritmo di musica il 1° anno della nuova Lazzerini. Subito dopo, alle 11.30, seguirà “Sfogliando un Prato d’autori”, con la partecipazione degli attori Francesco Borchi e Stefania Stefanin che leggeranno brani da autori e traduttori pratesi del Novecento (Carlesi, Mannucci, Veronesi, Nesi e altri ancora), accompagnati dall’atmosfera evocata dalla fisarmonica di Maria Santi. Evento musicale di punta, alle ore 17, è quello che vede in scena MARCO PARENTE, accompagnato dal piano di Andrea Alulli in una versione del RUMORE DEI LIBRI riadattata per l’occasione; si tratta di un concerto/performance dove i vecchi “mangiacassette” con voci registrate e i libri stessi diventano inediti strumenti musicali, che vanno ad interagire con il suono della chitarra di Parente e il piano di Andrea Allulli. Ci saranno un libro, una sedia, un occhio ciclopico, molte anime registrate, ma soprattutto la sua voce, quella di Marco Parente, che chiuderà con il suo fascino raffinato il ricco programma della giornata.
Marco Parente è un cantautore immerso da anni in una caparbia sperimentazione sulle possibilità poetiche della canzone, passata attraverso il Premio Ciampi e il Grinzane-Cavour, e che ha sedotto anche la Patti Pravo di “Radiostation”; un militante instancabile di quella via italiana alla canzone d’autore più sperimentale che gli ha affiancato di volta in volta compagni di viaggio come Jodorowsky, Lawrence Ferlinghetti, Cristina Donà, La Crus, Carmen Consoli. Nel 2005 ha scoperto un tesoro. Si tratta di Baobab, un archivio di poesia sonora dove decine di poeti dal mondo intero hanno testimoniato nel corso degli anni la propria opera attraverso il nudo strumento della voce. Un tesoro che in seguito a vari travagli editoriali sarebbe certamente caduto nell’oblio, se Parente non lo avesse ritrovato e salvato. E’ da tale ritrovamento che nasce l’idea della performance “Il rumore dei libri” dove il repertorio dell’artista interagisce in una alchimia sofisticata con le voci di Baobab, inventando un concerto dove i vecchi “mangiacassette”con le voci registrate e la carta stessa dei libri diventano inediti strumenti musicali da affiancare a quelli tradizionali. Un evento, dunque, che ridà vita alle letture più disparate – da Kurt Schwitters a Tommaso Kemeny, da William Burroughs a Ilmar Laaban – trasportandole direttamente alle orecchie del pubblico. Già presentato con grande successo in importanti manifestazioni come “Assalti al Cuore” a Rimini e “Fabbrica Europa” a Firenze, lo spettacolo “Il rumore dei libri” è strettamente legato al doppio album “Neve Ridens” (Mescal/Sony 2006). Il 2 dicembre 2006 è uscito un doppio DVD che contiene in un disco il concerto de “Il Rumore dei Libri” fatto a giugno a La Casa 139 di Milano, e nell’altro il reportage di “Neve Ridens un giorno” (il concerto itinerante, in ben 5 tappe, tenuto a Firenze il 28 settembre 2005).
p { margin-bottom: 0.21cm; }
Le parole di Marco Parente :
Il Rumore Dei Libri
la voce dei poeti.
Il fascino della linea è la forma che
disegna una parola, poi la lingua che
sbatte sul palato e denti producendo il
suono di quella parola, che in un certo
senso non esiste, come l’anima, la
poesia, la musica, l’arte. In questo caso
non interessa la parola codificata ma il
suono che produce l’interpretazione
della forma parola: è semplice unico e
irripetibile e cosa più meravigliosa nega
ogni ego (poesia)
…………..Poi c’è l’incontro con i fantasmi, fantasmi con le ossa che riempiono gli spazi vuoti,
dandogli un senso altro, qualcosa che non può e non deve essere spiegata ma solo detta: l’ombra
delle parole.
Sarà come riempire una stanza di oggetti che per un breve momento non avranno un nome ma solo
un’ANIMA VOCIANTE. Ci saranno: un libro, una sedia, un occhio, molte anime registrate,
cappelli, ma soprattutto la loro voce.
Formazione:
Marco Parente: chitarra, voce, libro e registratori
Andrea Allulli: piano, voce