Da un paio d’anni a questa parte i nemici/amici Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni sembrano aver intrapreso una guerra non dichiarata per appurare chi debba raccogliere la gloriosa eredità dei CCCP . Entrambi gli artisti si sono imbarcati in lunghi tour celebrativi, nel corso dei quali il materiale dei CCCP/CSI viene riletto a partire da prospettive diametralmente opposte. Giovanni, In Concerto a Cuor Contento, si circonda di sodali a basso profilo e finisce per raccontare soprattutto sé stesso, oscurando con la propria ingombrante presenza la pur significativa storia del gruppo. Massimo, al contrario, si affianca a donne di un certo spessore: ieri Nada e oggi – a seguito del recente Solo una Terapia: dai CCCP all’estinzione – Angela Baraldi. Nel caso di Zamboni i riflettori sono puntati sulle composizioni e non sul personaggio, in accordo alla personalità schiva che sempre ha contraddistinto il chitarrista Emiliano. Ma nemmeno così la riesumazione è al riparo da possibili effetti collaterali. Benché nessuna delle artiste/interpreti summenzionate sia proprio l’ultima arrivata, sentirle cantare dal vivo determinate parole sembra quasi allargare il consistente spazio vuoto lasciato dal Ferretti. La cui assenza, nella cornice dell’intera operazione, pesa eccome. Decidere quale situazione rappresenti il male minore è una problematica complessa, almeno quanto appurare se sia nato prima l’uovo o la gallina. Per tornare all’ambito che più ci compete, limitiamoci a dire che l’ultima fatica in studio di Massimo Zamboni (in cui la Baraldi è nuovamente coinvolta) suscita le medesime perplessità della prova live. Chiariamoci, il materiale proposto non difetta certo in termini di qualità. Dagli umori Portishead di Vorremmo Esserci e Parlare Non Toccare, fino al rock prepotentemente elettrico di Lamenti, musica e parole svolgono egregiamente il loro compito. Ma i brani citati, ed ancora più le litanie Fine, Che Farai ed In Rotta, portano impresso a fuoco il marchio di fabbrica di Ferretti. Metrica, intonazione, scansione delle frasi, sembrano mutuate direttamente da Linea Gotica e sono inconfutabilmente le stesse che hanno fatto la fortuna di Lindo all’epoca dei CSI. Anche in questo caso, dunque, il grande assente si dimostra la personalità dominante e finisce per ridurre la Baraldi ad un suo corrispettivo al femminile. Al contrario di quanto si potrebbe pensare, ciò non significa affatto che lo stile di Zamboni sia plasmato su quello di Ferretti. Stando a quanto sostiene il chitarrista, Che farai è stata scritta circa quindici anni fa, quando i CSI erano vivi e vegeti e scalavano i piani alti delle classifiche italiane. Ed è noto come i testi di alcuni brani celebri del repertorio CCCP (Io Sto Bene, Noia e – dopo aver ascoltato Fallimentare – verrebbe da pensare anche Huligani Dangereux) siano da attribuirsi alla penna del solo Zamboni. Ma, in un modo o nell’altro, Lindo è riuscito a far proprie anche le parole di cui era mero interprete, tanto che il frasario CCCP/CSI è irrimediabilmente legato alla sua figura. Per questa ragione, Massimo riuscirà ad affrancarsi del tutto da un passato decisamente ingombrante solo quando le sue interpreti e collaboratrici saranno in grado di prendere le distanze da certi vezzi vocali eccessivamente Ferrettiani. In questo senso gli esempi ci sono, e dimostrano come il sodalizio con la Baraldi possa portare buoni frutti: Sbrai è puro punk Emiliano che – pur riallacciandosi al modello Rozzemilia/Matrilineare – valorizza al meglio la personalità della cantante, mentre la lugubre Ad Ora Incerta richiama le migliori prove con Nada. Oggi come non mai, è una questione di qualità.