Nel solco di quel recupero quasi “aberrante” che come una spirale tira dentro i decenni precedenti, i Midas Fall non sono troppo distanti da band come i Pure Bathing Culture, almeno nella riproduzione di una stagione sonora del pop che nel servirsi degli elementi più superficiali della new wave, li trasformava in un’esperienza popolare e comunicativa che ri-ascoltata oggi fa un po’ l’effetto di un inquietante ritratto di fantasmi. Fluerescent lights, ep di tre brani appena uscito per Monotreme Records, accentua tutte le intuizioni del full lenght precedente, Wilderness, al momento secondo lavoro sulla lunga distanza pubblicato dalla band inglese.
In primo piano, come sempre, la voce eterea di Elizabeth Heaton, sopra uno sfondo sonoro evanescente che solo in parte sembra riferirsi alle produzioni “classiche” pubblicate nella seconda metà degli ottanta da etichette come Creation o 4Ad; solo in parte perchè l’impatto è quello molto più epico tipico di quelle band che dall’esperienza metal recuperavano non tanto i suoni quanto la propensione orchestrale, i crescendo ad effetto, in una re-invenzione del pop a partire dagli aspetti più melodici e “innodici”, tanto che una traccia come Low sembra una versione un po’ più wave dei Gathering del secondo corso, senza che la Heaton possa competere con le capacità e il talento di Anneke van Giersbergen. Fluerescent Lights passa via senza nessun inceppo particolare, è piacevole ma non sembra destinato a lasciar dietro di se tracce rilevanti.