venerdì, Novembre 22, 2024

No seduction, l’intervista

i No seduction sono il progetto di Rocco Perini – Guitars & Vocals, Roberto Ferro – Drums & Backing Vocals e Marco Freguja – Bass & Backing Vocals. Veneziani, attivi da quasi dieci anni e provenienti dall’ area Post Rock/Garage, è dal 2006 che, cambiando formula, hanno iniziato a produrre un mix di rock e elettronica, di stampo dance. Autonomi, autoprodotti e indipendenti, si sono fatti luce attraverso i social media, arrivando a una certa notorietà nazionale. Sono da poco usciti con una loro raccolta di singoli e remix. Li abbiamo intervistati nella loro data al circolo Arci Ponterotto di Empoli (FI) di sabato 9 marzo.

Foto di Elena Venturi

Salve ragazzi, un feedback della serata?
Roberto –  E’ andata…

Ok cambiamo argomento, fino ad adesso chi vi segue ha potuto solamente scaricare (gratis) i vostri singoli dal sito www.noseduction.com. Adesso vi presentate con un disco fisico. Che vi è successo?

Rocco – A dire la verità, non è un vero e proprio album, ma semplicemente una raccolta di pezzi e qualche remix che abbiamo deciso di mettere assieme per vendere un po’ di dischi ai concerti… Non è una promozione o qualcosa del genere.

Parlando invece più strettamente di musica, la vostra può essere accostata a molti sottogeneri dell’ indie-rock contemporaneo, come il nu-rave, l’ electroclash, piuttosto che il techno-punk, più in generale tendete a mischiare molto la musica rock, con elementi disco ed elettronici, con una attitudine sempre molto garage, come amereste definirvi?

Rocco – E’ molto difficile autoascriversi ad un genere, specie se, come i casi da te richiamati, sono più che altro una trovata giornalistica o mediatica. In realtà, come è facile rispondere facciamo piuttosto tutto quello che ci viene e ci va di fare, senza seguire un preciso modello.

Marco – Noi ci muoviamo nella ricerca del nostro stile personale, sta ad altri dargli una definizione.

Certo viene difficile sentirvi e non riconoscere in voi elementi dei Klaxons, piuttosto che !!! o James Murphy…

Rocco – Beh, quelli che hai detto rientrano tutti nei nostri ascolti, e probabilmente, anche involontariamente, possono essere considerate fonti di ispirazione.

Marco – Tuttavia, quello che facciamo viene tutto fuori dal nostro lavoro, all’ interno della nostra sala prove.

In generale si può comunque affermare che il vostro stile si basa su una solida line-up punk, nella quale sono stati inseriti synth e campioni vari. E’ stato un percorso naturale oppure il frutto di un “ragionamento a freddo”.

Rocco – Diciamo che il percorso è stato piuttosto naturale, visto che sia i nostri stili personali che i nostri ascolti si sono evoluti e modificati. Tutto poi entra a far parte del contesto, nel quale suoniamo, gli episodi che viviamo ogni giorno, la musica che ascoltiamo ecc. Veniamo da un album del 2006 nel quale ci sono solo basso, chitarra e batteria, quindi in questi quattro anni le cose sono cambiate parecchio, e sono cambiate un po’ da sole se vuoi…

Sapreste descrivermi il processo creativo di un vostro pezzo? Sono idee confuse che insieme trovano una logica, piuttosto che una sola sulla quale si articola tutto il brano, c’ è una figura che si occupa della composizione ed insieme fate gli arrangiamenti o che altro?

Roberto – Un po’ di tutto questo, non c’ è un metodo preciso (Roberto)

E i testi? Chi li scrive?

Rocco – Li scrivo io. Mi piace un po’ giocare con la metrica, cambiare spesso lingua, a volte mi baso sul ritmo della canzone, altre semplicemente sfogliando Wikipedia. Possono essere filastrocche piuttosto che frasi ripetute ossessivamente.

Marco – Per questo anche l’ “indie” come concetto ci sta un po’ stretto, visto che non abbiamo quasi mai il ritornello nei nostri pezzi

Voi siete veneti. Il Nord Est è salito alla ribalta all’ interno del circuito indipendente italiano, soprattutto per una attenzione che va oltre il rigoroso aspetto musicale e che, strizzando un occhio alla moda e l’altro alla premiata produttività veneta, tende ad occupare anche gli spazi dell’immagine e della promozione di una band, incoraggiandola con interventi nel look, nel merchandising, nel modo di porsi ed esporsi, nella creazione di una sorta di scena in cui si incrocia espressione e tendenza. Sempre che riteniate veritiera questa analisi, come vi rapportate a questo contesto?

Rocco – Diciamo che facciamo caso a quello che ci mettiamo addosso, e certo ci piace vendere magliette e spillette oltre ai dischi ai nostri concerti, insomma l’ immagine conta, ma non possiamo certo affermare che il nostro progetto fa leva su di essa.

C’ è comunque un diverso atteggiamento nei confronti del pubblico e del mercato di quello che poteva avere per esempio un gruppo indipendente negli anni 90, quando ci si teneva (forse ipocritamente) ben distanti dal mondo dell’“immagine”…

In un mondo in cui l’ immagine è spesso l’ unico veicolo per poter dire qualsiasi cosa, è dura non prestarci attenzione, è inevitabile. E poi alla fine non è che a noi dispiaccia, non dobbiamo fare i duri e puri per forza.

Attualmente state procedendo alla composizione di nuovi pezzi? Di che tipo?

Roberto – Stiamo abbastanza sperimentando

Rocco – Si, in effetti, adesso che con le date siamo un po’ più fermi, ci stiamo dedicando a scrivere nuove cose, che stanno venendo abbastanza diverse da quelle precedente, tenendo conto che la roba che abbiamo suonato in giro è comunque frutto degli ultimi due anni di lavoro

Marco – Non sappiamo se sarà ancora un disco o meno, staremo a vedere

Grazie ragazzi e in bocca al lupo per i vostri progetti

Grazie a voi

No seduction su myspace

Michele Baldini
Michele Baldini
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