giovedì, Novembre 21, 2024

Økapi – Pruffoli: la recensione

Prima di tutto un po’ di storia. Dietro il moniker Økapi c’è il genio di Filippo Paolini, mago del brandello sonoro, plagiarista convinto, già parte del duo Metaxu e scheggia impazzita dei Dogon, creatura che condivide anche con Massimo Pupillo degli Zu. Paolini è un artista del ritaglio e tra le sue mani il campione sonoro diventa parte di un discorso complesso e dal grande fascino retrofuturista. Pruffoli conta sulla collaborazione di Till Albrecht Jann, Niobe e l’artista brasiliano Roberto Cabot che ha scritto tutte le liriche dell’album. Il risultato è sorprendente per potenziale comunicativo e per il modo in cui i mondi esotici della lounge music (da Yma Sumac alle stramberie di Raymond Scott) collidono con residui di un’elettronica passata e futura, dall’hip-hop alla micromusic, dalla jungle alle derive chill out, dalle scansioni di una sotterranea anima industrial all’ossessività della techno, il tutto condito con alcune sonorità che sembrano provenire dall’età del jazz di Jay Gatsby, con un gusto per la reinvenzione digitale che sarebbe piaciuto a Baz Lurhmann. Si prenda una traccia (splendida) come Sheep News, suadente enciclopedia degli anni ’20 del novecento, tra orchestre campionate, accenni rapsodici colorati di blu, un’anima swingante che rallenta il dancefloor ma non per questo lo rende meno incisivo; oppure la successiva Mostrino, dove un buco nero techno fa da traino e tracima sulle orchestre virtuali, per non parlare del melodramma asiatico di Ti chiamerò 10, una delle tracce più suggestive dell’intero album . Pruffoli rappresenta uno strano crocevia tra l’elettronica colta, quella di largo consumo e il gusto per l’intarsio, condotto con il talento e la grandeur di un vero e proprio direttore d’orchestra, poco importa che gli ensemble siano simulacri, quello che conta è il genio combinatorio.

Donatella Bonato
Donatella Bonato
Veneta, appassionata di tutti quei suoni che alterano la percezione, si è laureata in storia dell'arte nel 2010 e alterna la scrittura critico-musicale al lavoro per alcune fondazioni storiche.

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