Cosa c’entra la wave dei tardi ottanta, quella romantica di Aztec Camera con la postura melodrammatica di Francesco Renga? Chiedetelo ai Rumor, trio piemontese uscito lo scorso maggio con “Pois”, EP pubblicato da R.T.F.
Cinque tracce dal sound steroideo, pompato dalla produzione di Sergio Quagliarella, e adatte per le kermesse annuali in via d’estinzione o già vaporizzate, come il Festivalbar. Simile a tutto quel pop seriale che si sente in Italia, la scrittura di Platini/Anelli/Marini mescola l’anonimato indie-pop che piace anche ai coach dei talent show con quel sentore leggero, nazionalpopolare che tende alla litania e al recitativo, ovvero tremila parole impilate su una linea melodica ridotta al minimo, non per scelta espressiva, ma come conseguenza di una preoccupante mancanza di controllo e di identità. Nati del 2007, prima di pubblicare “Pois” i Rumor si sono fatti le ossa condividendo il palco insieme a Omar Pedrini, Marta Sui Tubi e gli irlandesi Dem Fools. Nonostante questo, ci spiace dirlo, ma la loro prima uscita discografica è davvero poca cosa.