Per gustarsi fino in fondo l’estro e l’inventiva di un musicista come Samuel Katarro sarebbe necessario assistere ad una sua esibizione dal vivo, dove i brani eseguiti acquisiscono una dimensione più compiuta e totale e lo spazio lasciato all’improvvisazione diventa un valore aggiunto e non solo un mero riempitivo. Proprio per questo motivo Live at The Place, può essere considerato un ulteriore passo avanti (forse leggermente prematuro) nella carriera del chitarrista/cantante fiorentino e non la solita uscita tappabuchi, come invece sono la maggior parte dei dischi live in circolazione.
La Tragic Band, che ormai accompagna Katarro da un tour dalla durata superiore ai 12 mesi, è ridotta all’osso ed è composta da Wassilij Kropotkin al violino e Simone Vassallo alla batteria. Il voler documentare il numero inusuale di concerti fatti nei vari club della penisola, la strada percorsa fino a un dato momento, e fissare il punto della questione, potrebbe essere un’altra delle motivazioni che sta dietro a questo progetto.
Le quattordici canzoni eseguite sono equamente distribuite fra Beach Party e Pop Skull, due album parecchio diversi tra loro, ma qui perfettamente amalgamati. La formula vincente che permette di percepire una coerenza durante tutti i 78 minuti di durata è un equo dosaggio dei diversi ingredienti: la psichedelia, a volte quasi follia, derivata dalla scena californiana (vedasi Jefferson Airplane) e inglese (Syd Barret ad esempio), il blues elettrico di Muddy Waters e John Lee Hooker, i virtuosismi della chitarra e (soprattutto) del violino e, ovviamente, il folk-rock più classico. Non convincono fino in fondo, invece, la registrazione (non troppo pulita) e la voce, che risulta un po’ troppo “dentro” gli strumenti. Presumibilmente sono entrambe scelte volute e non delle sviste fatte per pressapochismo.
Senza dimenticare la sua attitudine al cazzeggio e all’ironia, Katarro si avvicina sempre di più ad una maturità artistica che lascia curiosi e speranzosi per la prossima raccolta di inediti che vorrà pubblicare. Sperando che non si tratti di un passo falso.
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Alberto Mariotti: voce, chitarra acustica
Wassilij Kropotkin: vilino, chitarra elettrica, voce
Simone Vassallo: batteria, percussioni
Tracklis
Headache | Terminally ilness blues | Pop skull | You’re an animal | I was the Musonator | The first years of Bobby Bunny | Three minutes in California | 9V | Pink clouds over the Semipapero | There’s a lady inside the cabin | From Texarkana to Texarkana | The moonlight murders psychedelic band | Com-passion | Beach Party
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