The Calcination of Scout Niblett è una raccolta di brani incisi con il fuoco di una fiamma ossidrica, processo di purificazione che la Niblett desume dal linguaggio e dalla pratica alchemica e traspone in una dolorosa rilettura del suo songwriting ridotto qui ad uno scheletro essenziale e trasformato in un oggetto più duro e difficile del solito. Eliminate le sostanze volatili e le impurità, quel percorso di semplificazione già avviato da This Fool Can Die Now approda ad un’anima blues radicale ed oscura, spazzando via l’eclettismo zoppicante e schizoide che rendeva faticoso e attraversato da inutili artifici un album come Kidnapped by neptune. Gli undici episodi di The Calcination of Scout Niblett sono ferite aperte per elettricità, voce e un drumming dilatatissimo con un’impostazione che si avvicina alla ritualità di Melvins e ad una versione di Brick Layer Cake meno inquinata dal marciume ma molto vicina alla versione elettrica e sabbatica di quell’intimismo Drake-iano che Albini stesso rintracciava nella musica di Todd Trainer. Ed è proprio la produzione di Steve Albini che questa volta si avverte solo in trasparenza, capace di orientare un suono senza divorarlo; paradossalmente il connubio funziona molto di più che con la Harvey distillando una linfa diversa dalle tentazioni muscolari e radiofoniche di Rid Of Me; certamente i tempi sono diversi, ma The Calcination of Scout Niblett ci sembra positivamente fuori anche da quelli odierni.