Sarebbe facile ironizzare sulla tipica arretratezza musicale italiana rispetto alla tradizione anglofona quando si propongono dischi come questi, dove il termine temporale di riferimento più vicino a noi è il 1975. I palermitani Sergeant Hamster non vogliono riscoprire il passato, in realtà sembrano non essersi mossi da quell’epoca storica dove Black Sabbath e Hawkwind avevano lo scettro del metal ancora in fase di progettazione. In realtà si sentono piccole influenze di strutture melodiche derivate, qualche pezzo di Motorhead e Metallica senza sprofondare nei tecnicismi Maiden, ma tutto ricollegato al proto-metal e allo space-rock. Il discorso sull’innovazione e sulla sperimentazione, come capirete, è rimandato Penso che lo scopo dei Sergeant Hamster non sia tributare questi pesi massimi del rock, ma emularli in tutto e per tutto. Se non mi sono sbagliato con questa analisi, il loro intento è riuscitissimo. Le atmosfere cariche e asfissianti sono riformulate egregiamente. E sicuramente suonare con i piedi nel 2011 e le orecchie negli anni ’70 deve essere divertente. Consigliato a chi ancora non ha esplorato queste sonorità o ai fanatici che hanno perso Sabbath Bloody Sabbath.
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