giovedì, Novembre 14, 2024

Six Organs of Admittance – Ascent (Drag City, 2012)

La scorsa primavera Ben Chasny ci anticipava l’uscita del nuovo album, in un’intervista esclusiva, rivelandoci di aver recuperato i compagni Comets on Fire al completo per un disco Six Organs che si preannunciava a occhio e croce più heavy del solito. Così è stato: l’idea di un disco più marcatamente “elettrico” nasceva dieci anni fa e nonostante gli impegni abbiano impedito a Ben, Utrillo, Ethan e Noel di mettersi al lavoro, finalmente Chasny si è levato il sassolino dalla scarpa e sforna oggi con Ascent un nuovo capitolo della sua lunga e variegata discografia. Tracce indiziarie della maturità del progetto le riletture di due vecchi brani partoriti proprio in quel periodo. Per certi versi il disco si può leggere come una ripartenza: si affievolisce non poco l’estetica psych-folk cui Chasny ci ha abituati, ma, più evidentemente, intimismo e spiritualità impallidiscono, tremano di fronte alla veemenza di pezzi come l’apripista Wasawasa e l’indiavolata Even If You Knew. Ben rinuncia alla leadership formale del gruppo, ma di fatto, si inerpica in assoli guerrieri, cadute libere, più che ascese, che soddisferanno gli amanti dell’hard rock più spigoloso e intransigente. I mugugni di sfida appena accennati in Wasawasa lasciano il posto a un’interpretazione vocale più suadente nella riproposizione di Close To The Sky (da Compathía, 2003) canzone d’amore a tutti gli effetti, qui per la gioia di basso e distorsioni protratte all’infinito, finché la splendida They Called You Near raccoglie il testimone portando l’ascoltatore in territori drone rock, dominati da un’angustia più meditativa. È a questo punto che Chasny ci mette di nuovo in ginocchio, recuperando con l’intensità in crescendo di Solar Ascent un minimalismo struggente, si dica pure “vecchio stile”, che non tradisce lo spirito più “cameratistico” dei Comets, ma ne aumenta le possibilità. Se la One Thousand Birds con cui si chiudeva l’amato Dark Noontide (2002) viene qui ripescata e trasfigurata nella nuova chiave stridula, le delicate trame acustiche della piccola Your Ghost (dove sentiamo la voce di Chasny emergere per davvero) e della tirata romantica Visions (From Io) vengono a commuoverci e bilanciare il tutto. Un bel disco, dietro cui si cela per la prima volta, a detta dell’autore, una narrativa di cui non vuole rivelare tutti i dettagli (c’entrano lo spazio, lo si era capito dalla copertina, una navicella spaziale partorita dalla luna e un po’ di romance interplanetario, ha confidato ad Uncut); un bel disco, dalle idee forse poco chiare, ma tutte eccellenti al fine di rimescolare le carte.

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Leggi L’intervista esclusiva a Ben Chasny su indie-eye.it

Six Organs of Admittance in rete

Tracklist

Waswasa | Close To The Sky | They Called You Near | Solar Ascent | One Thousand Birds | Your Ghost | Even If You Knew | Visions (From Io) [/box]

 

 

Giuseppe Zevolli
Giuseppe Zevolli
Nato a Bergamo, Giuseppe si trasferisce a Roma, dove inizia a scrivere di musica per Indie-Eye. Vive a Londra dove si divide tra giornalismo ed accademia.

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