Steve Earle torna con i suoi Dukes per il sedicesimo album in studio, intitolato come l’autovettura prodotta dalla Hudson fino al 1938. Alla Terraplane Robert Johnson ci aveva dedicato una canzone, metafora non troppo velata tra macchine e sesso il cui spirito viene recuperato da Earle fino a un certo punto, considerato che l’album arriva dopo la separazione con la cantante Allison Moorer, modulando il tono complessivo su una manciata di “breakup songs”, salvo qualche eccezione, e che possono essere riassunte da You’re the best lover that i ever had, blues per cuori spezzati, ispirato ad un classico di Howlin Wolf intitolato “Smoke Stack Lightining”.
L’album, prodotto da R.S. Field (Buddy Guy, John Mayall) e pubblicato dalla New West Records, si lascia dietro tutte le derive imboccate in passato dal nostro, dal bluegrass al country, per concentrarsi sul genere principe, che in ogni caso, non è semplicemente quello di Johnson o di Wolf, ma assume talvolta il volume sonoro più “hard” e contaminato dei primissimi Lynyrd Skynyrd, al netto di sporcizia e guasconeria, e più spesso avvicinandosi ai modi e ai toni di Bo Diddley.
Fa eccezione il bel duetto con Eleanor Whitmore, Baby’s just as mean as me, un fiddle blues che flirta con la canzone swingata dei ’40 e viene illuminato dalla voce cristallina della bella rossina, in contrasto con la grattugia di Earle, cosi da assicurare calore sufficiente all’organo che pompa sangue. Da segnalare, Better off Alone, non solo per la chitarra solista di Chris Masterson (marito della Whitmore) ma per quel mood che ricorda il blues filtrato dalle ballads di Springsteen, Ryan Adams e, perchè no, anche il primo anche Bryan Adams.