Cosa sappiamo della musica post punk irlandese? Davvero poco, in realtà. Che influenza ha avuto sulla società celtica il movimento DIY e la musica elettronica nei primi anni ottanta? Non lo sappiamo. Eppure è strano, esistono pubblicazioni, studi, su quel periodo che riguardano tutti gli stati europei. La compilation – masterizzata da Darren Mc Creesh, resident dj del B-music di Dublino e prodotta da Cache Cahce, una sub label di Finders Keepers – prova a tappare questo buco, andando a ripescare i gruppi che hanno contribuito a portare nell’isola verde smeraldo i suoni dei Joy Division e dei Siouxsie and the Banshees.
Alla fine degli anni settanta l’Irlanda viveva una situazione non facile: scioperi, malcontento sociale, un’economia che tardava a decollare unita ai disordini politico – religiosi nel nord. In più, una cappa religiosa talmente soffocante che induceva la maggior parte dei giovani a emigrare nel vicino regno unito. Tuttavia, la stampa, la televisione e la radio erano finestre aperte sul mondo: contribuivano a nutrire di immaginazione e voglia di cambiamento le persone che avevano deciso di restare e di sopravvivere, per la maggioranza, con il sussididio di disoccupazione. Inutile dire che quando il punk divenne mainstream, c’erano pronti già migliaia di ragazzi pronti a sfruttare la forza, le sue energie e i suoi valori, in un contesto culturale e sociale che aspettava con ansia una scossa. I centri più abitati come Dublino, Belfast, Derry e Cork diventarono arterie pulsanti di neofiti dediti all’arte del DIY, nacquero le prime fanzine come Vox e Imprint e aprirono i primi negozi di dischi. I ragazzi, anche in Irlanda, presero un microfono per urlare ai quattro venti la loro disaffezione e antipatia per una società che li stava stritolando.
In questo contesto si trovarono a suonare gruppi come i Dogmatic Element, The Threat, Chant!Chant!Chant!, The Virgin Prunes, PH, SM Corporation e Operathing Theatre, protagonisti dell’album prodotto da Finders Keepers. La prima metà del disco è dedicata in particolare al suono post punk, con sfumature garage (Dogmatic Friends), gotiche (The Virgin Prunes) e hardcore (Chant!Chant!Chant!). La seconda parte invece esplora di più le sonorità new vawe (PH), elettriche (Tripper Humane) e punk – funk (Stano).
Il disco è una bella pensata, riesce attraverso 11 canzoni a ricostruire un periodo storico breve ma intenso, con tutte le contraddizioni e i repentini cambiamenti. «Il punk, post punk e il DIY – spiega McCreesh – ha aiutato un’intera generazione in Irlanda a pensare in maniera differente il proprio futuro e ha dato loro gli strumenti per esprimersi». Questo è il messaggio importante che esce dalla compilation, ed è un bene sottolinearlo e ricordarselo.
[box title=”Strange passion – explorations in irish post punk DIY and electronic music 1980 – 1983 ( Finders Keepers Records, 2012)” color=”#5C0820″]
Finders Keepers records su web
Tracklist:
Dogmatic Element – Just Friends | The Threat – High cost of living | Chant! Chant! Chant!- Play Safe| Virgin Prunes – Twenty Tens (i’ve been smoking all night long) | Operating Theatre – Austrian | Stano – Town | The Peridots – No Water | Choice – Always In Danger | Ph – Last Days | Major Thinkers – Avenue B | SM Corporation – Accentuate | SM Corporation – Fire from above | Tripper Humane – Discoland | Operating Theatre– Eighties Rampwalk (Fanning Session) [/box]