Inauguriamo uno speciale dedicato ai migliori video presentati al recente SXSW 2014, cominciando proprio dal vincitore della sezione “Music video”. “Back to me” di Ian & Cooper è anche a nostro avviso una delle clip più interessanti del 2013; già premiata agli MVPA 2013 è stata realizzata sfruttando il concetto che sta alla base dei cosidetti Cinemagraphs, sorta di evoluzione delle Gif animate che hanno trovato come luoghi di diffusione servizi come Tumblr e ReactionGifs.com e che attualmente possono contare su un topic di condivisione ben specifico anche attraverso Reddit; la differenza è che il video di Back To me è costituito da una serie di quadri a metà tra staticità e movimento, interamente montati con l’ausilio di After Effects.
Prodotto dalla Prettybird e commissionato da Dilly Gent, nota per aver reso concreta la produzione di video come Karma Police e Street Spirit (entrambi per i Radiohead e diretti da Jonathan Glazer), oltre ad un paio di realizzazioni per Scissors Sisters (Any Which Way, Baby Come home), per un ossessione della stessa Gent, “Back to me” si ispira a La Jetée di Chris Marker, che la produttrice ha prontamente fatto vedere ai due videasti cugini Ian & Cooper.
Maggiormente legato ad una cultura social, il duo ha pensato immediatamente ai Cinemagraphs, ovvero ad una serie di quadri apparentemente statici, dove una parte è effettivamente fissa e altri elementi generano un movimento circolare; un approccio che hanno perfezionato con l’uso delle maschere su After Effects che ha consentito loro di isolare via via un solo “still” da un footage in movimento di alcuni secondi, mantenendo quindi immobile una parte e liberando l’animazione di altre. Si tratta comunque di un movimento di fondo che è più spesso un “flickering”, un bagliore, la traduzione visiva di un’interferenza o del rumore bianco. Con un trattamento del tempo che sembra estremizzare alcune intuizioni Lynchiane (i loops di Lost Highway per esempio) su un piano prettamente “visual”, “Back To me” è l’esperienza ipnotica di un ciclo tra vita e morte.
Ma quello che ci è sembrato unico, non solo nella breve videografia del duo, è l’emergere di un sorprendente esempio di videomaking legato ai mezzi di condivisione sociale che coinvolgono la produzione di immagini (Vine, Instagram..); una nuova storia per la prassi del “passo ridotto”, che oltre a tirare quel filo rosso che si tende dai Blipvertise dei Radiohead, fino all’utilizzo della Flash Animation, da Kricfalusi a Lynch; passa attraverso un concetto di istantaneità ritrovando tra i semi di quel linguaggio, una via creativa e contemplativa per scolpire un tempo ormai dato irrimediabilmente per “reale”.