lunedì, Dicembre 23, 2024

The Jesus And Mary Chain: Sunset 666, il doppio live in vinile, un must have

"Sunset 666" è il doppio live che propone una sintesi dei concerti del 2018 dei The Jesus And Mary Chain all'Hollywood Palladium di Los Angeles. Di quei sei live, due date ricostruiscono la setlist originale con un lavoro sonoro sorprendente per crudezza, onestà e violenza elettrica. Vi parliamo del disco e vi facciamo vedere la splendida edizione in doppio vinile gatefold da collezione

La londinese FuzzClub Records pubblica il doppio vinile di The Jesus And Mary Chain intitolato “Sunset 666” con uno splendido artwork ideato da Olya Dyer, talentuosa artista grafica e designer di origini siberiane, stanziata a Berlino.
Il doppio gatefold documenta i live del 2018 all’Hollywood Palladium, quando la band dei fratelli Reid apriva per i Nine Inch Nails, in uno scambio amichevole con Trent Reznor che qualche decennio prima introduceva i concerti della seminale band scozzese.
Delle sei date losangeline, il doppio disco documenta quelle dell’11 e del 15 dicembre, con una sintesi che ripercorre l’intera carriera dei The Jesus And Mary Chain, da Psychocandy del 1985 a Damage and Joy del 2017.

Confezionato con la medesima cura con cui Fuzzclub ha ristampato recentemente Munki, l’album della band pubblicato originariamente nel 1998 e proposto in una versione vinile rosso splatter, lo abbiamo esaminato per voi con un video.

“Sunset 666” è davvero un must have, non solo per la qualità del prodotto materiale, ma anche per quella sonora e musicale di cui vi parliamo in dettaglio dopo il video.

The Jesus And Mary Chain – Sunset 666 – l’unboxing e la video recensione del doppio vinile live

La registrazione di Sunset 666: qualità live, rumore e incendio

Per chi ha avuto la fortuna di assistere ad un live dei The Jesus And Mary Chain, la qualità immersiva e coinvolgente delle loro sonorità non è certamente un dato nuovo. L’aspetto più difficile è quello di riproporre su supporto fisico quell’energia elettrica che emerge dai loro concerti.
Il lavoro svolto dall’ingegnere del suono Michael Brennan, che si occupato delle registrazioni dal desk e della post produzione, ha davvero del miracoloso. Invece di suturare e correggere i difetti in fase di missaggio, si è concentrato sulla resa live, restituendo un suono caldo e corposo di rara aggressività.
Da una registrazione sostanzialmente casuale, effettuata con un dispositivo USB per connettere il laptop al mixer e che avrebbe potuto caratterizzare un bootleg di qualità, si è scelto di assecondare l’approccio empirico mantenendo crudezza e onestà, l’esatto opposto dei live confezionati oggi, tutti orientati ad addomesticare e truccare suoni e livello dell’esperienza.

L’assenza di microfonazione del pubblico crea una distanza solo apparente, che viene completamente recuperata dalla prossimità e dallo slancio vitale dei suoni. L’editing quindi, ridotto al minimo, è servito semplicemente a cancellare le pause, i momenti di accordatura e altre piccole dilatazioni dello show.

Il suono dei live del 2018 si lascia dietro le spalle la narcolessia sonora, altro aspetto tipico della musica prodotta dai fratelli Reid, per puntare sul rumore e una furente atmosfera fuzzy.
Il risultato è quello di un’esperienza psichedelica violentissima che in un certo senso mette insieme gli esordi della band con lo spirito di alcuni episodi di Honey’s Dead, trasformando, in meglio, i pochi brani estratti dall’ultima fatica del duo, Damage And Joy, pubblicato nel 2017.

Su questa linea, la dilatazione estrema di “Reverence“, vicina alla soglia dei nove minuti, tra caos, furia e un groove irresistibile che recupera gli Stooges di “I Wanna Be Your Dog”.

Colpisce il lavoro sulla batteria di Brian Young e la saturazione chitarristica coadiuvata dal contributo di Scott Von Ryper che ovviamente si aggiunge ai suoni principali di William Reid.
Ospite anche Isobel Campbell in due brani, “Black and Blues” e “Sometimes Always”, quest’ultimo originariamente supportato dalla voce di Hope Sandoval dei Mazzy Star. L’eco femminile di “Just Like Honey” è invece affidato a Bernadette Benning.

Lo show del 15 dicembre è quello maggiormente documentato e occupa le facciate A,B e C. La D invece è una registrazione dello show dell’11 dicembre, estratto in questo caso nel rispetto della progressione dell’intero show. Il risultato complessivo è quindi quello di una data completa delle sei al palladium, se si considera la cronologia della tracklist.

“Sunset 666” è uno dei dischi live più convincenti pubblicati negli ultimi anni, consigliato non solo a chi conosce bene la musica dei fratelli Reid, ma anche a tutti coloro che cercano un punto da dove partire per avvicinarsi alla musica dei The Jesus and Mary Chain.

The Jesus and Mary Chain – Sunset 666 si acquista su FuzzClub Records da questa parte

Redazione IE
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