lunedì, Dicembre 23, 2024

The Rest Side – The Rough Core Of Things (Tarock Records, 2011)

Il titolo del primo full-lenght dei The Rest Side, The Rough Core Of Things, capeggia sulla copertina tempestosa nella quale figura una montagna stilizzata (o forse si tratta di un’onda) in agitazione. In effetti, sembra che con questo disco, il trio di Barletta voglia indagare il lato tormentato delle cose, l’aspetto viscerale delle emozioni più celate, la rabbia insita nell’uomo. Siamo lontani, però, dall’intento del teosofo Charles Webster Leadbeater, il quale voleva indagare “il lato oscuro delle cose”, sebbene anche qui si avverta un senso di smarrimento dovuto all’incapacità dell’uomo di rispondere alle proprie domande senza risposta. La sferzata di energia che contraddistingue il loro sound si sposa con le liriche maleducate e cospirazioniste a cui dà voce il cantato robusto di Giuseppe Chiumeo, così, in Foolscap il “protocollo” metrico altalena tra parti quasi melodiche e repentine incursioni semiparlate (seppur rapide). Da subito è chiaro che si tratta di un disco concepito per essere presentato dal vivo, un disco suonato a sei mani e registrato come supporto al live che, in questo caso, diventa l’elemento cardine. Get Proud And Race ci fa venir voglia di rispolverare la nostra vecchia libreria rock anni ’90, quando ancora i Red Hot Chili Peppers e i Rage Against The Machine infuocavano i festival estivi più rumorosi, piuttosto che presenziare in parate musicali dall’indubbio intento commerciale. D’altronde, proseguendo con l’ascolto del disco, da Many Trained Soldiers a Saturated People, ci si accorge che l’attitudine “stoner rock” – anche nella sua versione più attuale (si pensi ai Soundgarden o Queens Of The Stone Age) – non è il risultato di un voler fare il verso ai propri artisti preferiti: The Rest Side sono credibili, pur non essendo californiani (tanto per rimanere in tema di stoner rock), e lo dimostrano con i riff voluttuosi di chitarra che fanno di Sot e degli altri pezzi degli episodi che non sfigurerebbero nelle migliori riviste di settore. C’è anche una certa immediatezza nei pezzi, una sorta di ospitalità nei confronti dei “profani” del genere: si ascolti la forza da carro armato di The Joker che si evolve in un chorus istantaneo nella sua realizzazione, forse l’episodio più orecchiabile del disco. Ancora una volta, l’associazione culturale Tarock ha preso sotto la sua ala protettiva un gruppo degno di nota (altri nomi sono i The People Speak e Vincent Dave), potenziando così il ruolo della Puglia nel nostro panorama musicale, sia mainstream che indipendente.

The Rest side su myspace

Sebastiano Piras
Sebastiano Piras
Sebastiano nasce in Germania e sin da piccolo mostra uno sfrenato interesse nei confronti della musica, dal pop soul dei Commodores alla singolarità del Duca Bianco.

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