Esce il 12 dicembre “LOL-a-bye”, l’album di esordio dei The Yellow, band di origini pugliesi, già anticipato da un singolo uscito lo scorso 10 ottobre e intitolato Last Steps. Mixato e registrato da Guido Lioi e Marcello Magro presso Owt Studio è uno dei tanti lavori figli del crowdfunding, con tanto di campagna su indiegogo che vedeva i componenti della band spiegare premi e benefit della sottoscrizione, completamente nudi.
Attraverso la comunicazione a mezzo stampa, i The Yellow si definiscono come una “brit-pop band di Bari”; ad un primo ascolto, le dieci tracce di “LOL-a.bye” non suonano molto inglesi, ci sono sembrate invece più vicine alla rilettura che viene fatta del pop nel contesto di un reality show; forte propensione epica, suoni desunti dalla storia transnazionale del pop, ovvero quella più anonima e addomesticata, scrittura pressochè assente e l’appiattimento del “sound” a qualcosa di invisibile, tutto uguale, buono per un commercial dove, tra i molteplici stimoli sonori e visivi, l’ascolto è l’ultima delle attività; manca solo Morgan che ci racconti come possa funzionare meglio oppure anche peggio.
“LOL-a-bye” è in fondo un prodotto della cultura che nasce dal basso; dove l’accesso planetario all’architettura dei social media è diventato un alibi per affrontare da qualsiasi posizione la prassi produttiva. Sono gli stessi fan, per lo più un gruppo di amici e parenti fedeli, che legittimano il processo; consapevoli o meno che il primo livello di business viene destinato al solito giro delle promozioni e se va bene, a quello di qualche agenzia di booking. Le cover band sono certamente deprimenti, ma in un contesto senza alcun filtro, rappresentano forse il fenomeno più onesto di “questa” filiera “indipendente”. Indipendente da cosa?