Perché quando ci sono idee, freschezza, tiro e grinta, l’originalità può tranquillamente andare a farsi benedire. Con buona pace dei sofisticati e di quelli che dicono che il rock è morto perché, a sentir loro, non si inventa nulla di nuovo. E meno male, rispondiamo noi: tanto il rock’n’roll non è roba per snobbetti cerebrali con la puzza sotto il naso. Che si ascoltino le uscite della Warp, quelli. Noi restiamo con la pancia bene aperta, pronti a farci investire dalle vibrazioni della sana e vecchia “scossa”. Ci scuotono eccome Thee Spivs, tornati a battere il ferro finché è caldo dopo appena un anno dall’esordio Taped Up. Il nuovo Black And White Memories ce li fa ritrovare esattamente come li avevamo lasciati, ovvero ben intenti a riproporre la loro esplosiva miscela di punk 77 e powerpop. Il tutto avvolto da atmosfere very british, come se Buzzcocks e Undertones jammassero sino allo sfinimento con Jams e primi Clash : appunto, nulla di nuovo. Ma l’energia di questi 14 brani – compressi in poco più di mezz’ora – unita ad una freschezza melodica magistrale ci fanno alzare convinti il pollice. A dire il vero qualche tentativo di innovare il sound c’è: l’approccio bucolico con chitarre acustiche di Cowboys And Indians, ad esempio. Ma resta il fatto che si fanno di gra lunga preferire le sfuriate zuccherose di We See Red, Your Time e People Come And People Go, o quando provano ad essere la versione inglese degli ultimi Black Lips (What’s The Use). Non cambiate mai, ragazzi.