Nel 1965 Nam June Paik scriveva: “Nello stesso modo in cui il collage ha sostituito la pittura ad olio, cosi i tubi catodici sostituiranno la tela. Un giorno gli artisti lavoreranno con i condensatori, le resistenze e i semiconduttori, nello stesso modo in cui oggi lavorano con i pennelli” Abbiamo già parlato del lavoro della videomaker canadese Sabrina Rattè, in occasione del suo video girato per i “Trust” e pubblicato in rete il gennaio scorso.
Il nuovo lavoro realizzato per “Thug Entrancer” intitolato ‘Death After Life VI’ e tratto dall’album “Death After Life” disponibile su Software recording Co. prosegue in quella direzione che le consente di ottenere il massimo dalla distorsione dell’immagine, dall’interferenza e dal rumore bianco. Le sue immagini sono costantemente messe in discussione come se fossero trasmesse da un’emissione lontana che ne compromette la stabilità. Piccole grandi pitture elettroniche soggette ad un movimento infinito, oppure fantasmi catturati entro lo spazio di un segnale lontano, perchè l’oggetto o lo spazio ripreso, nei video della Rattè è una presenza incerta, un oggetto che perde forma e diventa traccia, segnale puro.