Nuovo album per gli Underground Railroad, trio importato dai sobborghi parigini, piú cupo e introspettivo del precedente Sticks and Stones e con una claustrofobia programmatica introdotta sin dall’artwork dell’album con un manichino adagiato sul letto, immerso nell’oscurità dello sfondo. Fanno il resto una serie di riferimenti dedicati a David Lynch, al cui immaginario la band si è ispirata senza nasconderlo, facendo coincidere i titoli della tracklist con quelli di alcuni episodi di Twin Peaks; The Black Widow, The Orchid’s Curse e Traces to Nowhere. Gli Underground Railroad si installano a Londra facendosi rapidamente un nome grazie ad una serie di concerti a fianco di band come Blood Red Shoes, Dinosaur Jr e Ladyhawke. Il primo demo, Twisted Trees, viene prodotto nel 2007 dalla One Little Indian, che li ha portati a produrre Moving the Mountain e Sticks and Stones e questo White Night Stand. L’impianto base degli Underground Railroad è un garage blues contaminato dall’uso di synth e tastiere dove si passa da episodi più vicini a certa psichedelia mantenendo un’approccio di tipo ipnotico e ossessivo come si evince da episodi come Lucky Duck, pezzo industrial dalla forza meccanica ed alienante. L’influenza lynchiana si affaccia nuovamente con quel mood tra malinconia e Jazz minimale in brani come The Orchid’s Curse e nelle ballads Rude Awakening e Traces to Nowhere. Album introspettivo, tra ipnosi e fascino oscuro, White Night Stand è un’interessante passo in avanti per gli Underground Railroad.