giovedì, Dicembre 19, 2024

We Love Surf – Up and Rising: la recensione

 We Love Surf è il side project di Andrea Marcori (già Kobayashi), un progetto che affonda le origini nel 2009, sulla scia di un viaggio di ritorno dalle Isole Canarie. Sole, spiaggia e rilassatezza sono dunque le note principali con cui si accorda il progetto, nato per essere una sorta di scrigno a lunga durata per preservare il mood balneare. Nel 2011 esce l’ep Holiday, cui segue Go! nel 2012 fino a condurci a Up and Riding, ultima uscita per la Curaro Dischi.

Nella rapida successione di Up and Riding si ritrova un po’ di tutto questo: la passione del il surf (da cui il lapalissiano nome del progetto), l’amicizia, il fischiettare spensierati al suono del kazoo. Un pop-rock che predilige per la chitarra soluzioni piane e dirette lasciando più fantasia alle percussioni come nel caso di Do You, gradevole intrico di ritmi e cambi di tempo. L’esercito del surf di Marcori e soci riesce appieno ad anticipare le atmosfere estive e riportare alla memoria quelle passate, ora grazie ai coretti cantilenanti da falò sulla spiaggia (Still Running) ora con qualche accelerata in levare (A Pretty Girl) e improvvisi attacchi ska (Time To Be). Una parentesi di mezz’ora che riesce – momentaneamente – a far dimenticare la presenza del cemento in prossimità di qualsivoglia riva o rigagnolo, una parentesi musicale che scorre senza troppe sperimentazioni o azzardi, preferendo piuttosto la presenza dei capisaldi del surf-pop, dai coretti plasmati sui Beach Boys alle indispensabili pizzicata alle corde dell’ukulele. Uscito con l’inizio della primavera, Up and Riding è stato accompagnato dal video Days at the Shore, cui è seguito il più recente Do You, un gradevole racconto animato realizzato frame by frame che ben rende l’idea della portata “amicale” dell’intero progetto.

 

Giulia Bertuzzi
Giulia Bertuzzi
Giulia vede la luce (al neon) tra le corsie dell'ospedale di Brescia. Studia in città nebbiose, cambia case, letti e comuni. Si laurea, diventa giornalista pubblicista. Da sempre macina chilometri per i concerti e guadagna spesso la prima fila.

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