Nuovo album per il prolifico Tim Presley, non a caso sodale del più conosciuto (ed appunto altrettanto prolifico) Ty Segall, con cui ha licenziato un paio di anni fa il buon Hair sempre su Drag City.
Sotto il nome White Fence il nostro ha infatti già pubblicato cinque dischi in un arco di tempo relativamente breve. Per questo For… The Recently Found Innocent, Presley si avvale della collaborazione del già menzionato Segall, qui nelle vesti di produttore e batterista su buona parte dei brani (l’altra metà è suonata da Nick Murray).
Il sound è notevolmente influenzato dallo Psych Rock dei Sixties, con un ipotetico triangolo che unisce Love, Velvet Underground e 13h Floor Elevators, quindi con quella punta di Garage a sporcare il tutto. Il talento di White Fence nel dipingere bozzetti lisergici che si rifanno neanche troppo velatamente all’universo Barrettiano è evidente; peraltro si nota una certa uniformità nella scelta delle soluzioni che rendono l’album un tantino troppo omogeneo.
È nei momenti dove il piglio Garage Rock si mostra con maggiore evidenza che si raggiungono i risultati più convincenti: Like That, con quel falsetto nel refrain che ricorda molto gli Oh Sees di John Dwyer; oppure Arrow Man e The Light, Nuggets songs arrembanti e dal taglio abbastanza disperato. Il resto è roba acustica, storta e dal taglio notevolmente druggy, con il timbro vocale di Presley che sembra voler condurci tramite una fantasmagorica e coloratissima macchina del tempo indietro di quarant’anni.
Buona anche l’idea di rendere la produzione più piena e “robusta” per uscire dal Lo-Fi e dalle registrazioni semicasalinghe che avevano contraddistinto parte delle precedenti uscite.
Un altro buon disco che si va ad inserire nella già abbondante produzione della “nuova onda” Garage di San Francisco e dintorni; sicuramente più a fuoco dell’ultimo album del tanto osannato partner in crime Ty Segall.