mercoledì, Dicembre 18, 2024

Wild Bones – The Road To Memphis (Autoprodotto, 2013)

coverÈ una successione gagliarda quella che si snoda in The Road To Memphis. Disco d’esordio per i Wild Bones formazione di Ragusa, The Road To Memphis è una dedicata sentita e onesta al panorama del blues, un disco tutto rivolto in una sola direzione che trova la sue coordinate di riferimento nel panorama degli States. Lo è dimostrazione il nome dell’album, The Road To Memphis, richiamo troppo preciso per essere casuale all’International Blues Challenge, competizione mondiale organizzata dalla statunitense Blues Foundation per portare in luce nuove talenti. Dopo affinate selezioni che li hanno visti emergere a livello nazionale, i Wild Bones si sono aggiudicati un posto sul palco di Memphis, dove si sono esibiti lo scorso inverno.

Le undici tracce del disco fanno dal guida nel ripercorrere i vissuti e le predilezioni musicali dei quattro componenti; dopo il trittico d’esordio che rimanda ai brani degli ZZ Top (Tush, La Grande, She’s just killing me), il nastro dei ricordi si riavvolge fino agli anni cinquanta e alla voce di Bobby Blue Bland, omaggiato in I don’t belive e Good time Charlie, senza tralasciare uno dei re del blues, Muddy Waters (Rollin’ and Tumblin). L’elenco continua, e sarebbe veramente delittuoso non citare il passaggio da Freddy King (Palace of the king) ai Free  (Walk in my shadow), per ritornare infine al presente con un tributo a Joe Bonamassa (The river). Ne risulta un disco dalle scelte omogenee e coerenti, eseguito in modo pulito e impeccabile anche a discapito di un certo tocco personale che viene soffocato dalla precisione quasi didascalica. Di gran spicco il timbro di voce del cantante, Santi Ciarcià, capace di esprimere al meglio le molteplici sfumature connesse alla parola blues.

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Wild Bones in rete

Tracklist:

Tush | La Grange | She’s just killing me | I don’t belive | Good time Charlie | Walkin’ blues | Rollin’ and tumblin’ | The river | Walk in my shadow | Palace of the king | Winnie’s spanish blues/come on in my kitchen [/box]

Giulia Bertuzzi
Giulia Bertuzzi
Giulia vede la luce (al neon) tra le corsie dell'ospedale di Brescia. Studia in città nebbiose, cambia case, letti e comuni. Si laurea, diventa giornalista pubblicista. Da sempre macina chilometri per i concerti e guadagna spesso la prima fila.

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