venerdì, Novembre 8, 2024

Wire – Change Becomes Us (Pink Flag – 2013)

Wire - Change Becomes UsRiavvolgiamo non il nastro, ma il filo. Nella primavera del 2012, gli Wire rimettono mano a una manciata di canzoni in precedenza mai incise su disco, ma solamente eseguite in alcuni concerti del biennio 1979-80. Molti degli episodi che costituiscono Change Becomes Us altro non erano che idee abbozzate o comunque non completamente sviluppate. L’intento del disco è restituire nuova vita a questo materiale: un ritorno al futuro sviluppatosi attraverso un duplice lavoro, live e in studio. Non stupisce che il risultato suoni fresco e vitale; d’altra parte, il lavoro sul suono e sugli arrangiamenti è stato sempre uno degli aspetti preminenti, nella discografia della band, la cui formazione, dopo l’abbandono, nel 2004, del veterano Bruce Gilbert si è così stabilizzata: Colin Newman, voce, chitarra, tastiere; Graham Lewis basso, voce; Robert Grey, batteria e percussioni. A questo trio, si è aggiunto, in occasione di quest’ultima uscita discografica, il chitarrista Matthew Simms.

In Change Becomes Us troviamo riflesse e trasfigurate le diverse incarnazioni dei Wire. Stealth of a Stork, ad esempio, sventola bandiera rosa, riportando la mente all’esordio, datato 1977, mentre la tetra Time Lock Fog ridiscende i gironi infernali in zona 154. Stessa aria di famiglia in Adore Your Island e Love Bends, dove la chitarra di Newman sta a metà fra hard rock androide e occasionali assalti punk, con il sintetizzatore sempre presente a legare il tutto. Anche in Re-invent Your Second Wheel, Magic Bullet, B/W Silence, Doubles & Trebles, Eels Sang, As We Go ci viene (ri) presentato tutto un efficace armamentario: tra oblique filastrocche sintetiche, atmosfere proprie del Bowie berlinese, riffs scomposti rimasticati alla maniera dei Devo. Fra sabati sera nella città dei morti e scampoli di furia (post)settantasettina. È necessario, inoltre, citare l’influenza dei Pink Floyd barrettiani e, più in generale, di tutto il filone di cantori psichedelici ed eccentricità della terra di Albione. Per quanto riguarda il sottoscritto, suscitano particolare interesse le trasognate & Much Besides e Attractive Space, occasionalmente attraversate da refoli di elettricità, che avrebbero potuto rappresentare – se volessimo storicizzare ex post – un ponte verso la carta vetrata zuccherina dello shoegaze, dunque, anche verso i primi Jesus and Mary Chain.

Change Becomes Us è una felice sospensione del tempo, priva di vezzi postmoderni o metamusicali, alto artigianato da parte di una band autrice d’importanti pagine del post-punk britannico e che coglie qui l’occasione per riflettere sulla propria carriera rendendo vivi i ricordi e facendoli camminare in mezzo a noi. Fra l’altro, è bene precisare, gli Wire non erano in naftalina, né in crisi creativa (avevano pubblicato, due anni fa, il riuscito Red Barked Tree); al contrario, pare ci abbiano preso gusto, dato che è stata annunciata l’uscita del secondo episodio della loro Legal Bootleg Series. Fortunatamente, qui nessuno vuol sentir parlare di pensione.

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Wire in rete

Tracklist:

Doubles & Trebles | Keep Exhaling | Adore Your Island | Re-invent Your Second Wheel | Stealth of a Stork | B/W Silence | Time Lock Fog | Magic Bullet | Eels Sang | Love Bends | As We Go | & Much Besides | Attractive Space [/box]

Jacopo Golisano
Jacopo Golisano
Jacopo Golisano, classe 1986. Studia Filosofia e consegue la laurea triennale con una tesi su Alexis de Tocqueville. Diventa pubblicista. Appassionato di cinema, musica, letteratura, sempre alla ricerca di nuovi stimoli.

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