mercoledì, Novembre 27, 2024
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Kids on the street: la raccolta definitiva sul Power Pop made in UK

Lo sosteniamo da sempre. Le raccolte Cherry Red sono molto di più che un aggregazione di hits oppure semplicemente playlist ben congeniate. Il loro valore è quello di un vero e proprio percorso storico che consente di inquadrare le sonorità di un periodo in modo esaustivo, spesso rintracciando connessioni inedite e consentendo excursus approfonditi attraverso pubblicazioni dimenticate e talvolta inedite.

Kids on the street, la raccolta pubblicata lo scorso dicembre dall’etichetta britannica, è un boxset cartonato con 3 CD e un booklet illustrato, che mette insieme ben 77 brani sotto l’etichetta “Power Pop”.

La definizione si riferisce a tutto ciò che dall’urgenza del punk, in piena stagione “post”, desume un approccio maggiormente melodico e più “radio friendly”.
Il fatto che il termine per la prima volta sia citato da Pete Townshend nel 1967 per definire il sound degli Who, non è una connessione peregrina, perché una delle caratteristiche del Power Pop britannico è quella di rielaborare certe sonorità mid-sixties con l’approccio più muscolare del Punk.

Nel 1978 il genere ottiene un grande successo in Inghilterra, ma viene alternativamente dismesso dalla critica per poi riemergere in tutto il suo fulgore insieme alla nuova ondata Mod inaugurata dai The Jam.

La raccolta Cherry Red copre quattro anni, dal 77 all’81, cercando di mettere insieme sonorità specifiche difficilmente ascrivibili al contenitore troppo vago della New Wave e rilevando episodi di alto livello, come quelli legati ai nomi di XTC, Elvis Costello, The Stranglers, The Damned, andando poi più a fondo per scovare perle come quelle di Bram Tchaikovsky, The Revillos, tutta la propaggine Mod con Squire, The Circles, The Exits, le escursioni più marcatamente pop di The Records, The Pleasers, The Jags, oltre a brani di culto firmati da The Soft Boys, The Distractions, Radio Stars.

Kids on the street, UK Power Pop and New Wave 1977-1981 si trova da questa parte sul sito ufficiale di Cherry Red per circa 22 sterline, mentre di seguito vi proponiamo un video Unboxing con pre-ascolto incluso.

Kids on the street – Uk Power Pop and New Wave 1977 – 1981 – Unboxing Video

The Last Drop of Blood – Blood Everywhere: il videoclip in anteprima esclusiva

Un crocevia tra gotico e desert rock quello dei The Last Drop of Blood, nei suoni e nell’immaginario.
Per veicolare il secondo capitolo dell’epica western della band, previsto per il prossimo 28 aprile su Vrec / Audioglobe e prodotto dal mitico Shawn Lee , arriva “Blood Everywhere“, videoclip che vive a metà tra una title sequence, un trailer, i titoli di una serie, un’incursione videoludica e l’arte essenziale e minimale di Saul Bass.

In anteprima esclusiva da oggi, qui su indie-eye
The last drop of blood su facebook
Vrec su facebook

The Last Drop of Blood ft. Andrea Chimenti – Blood Everywhere – videoclip ufficiale di Francesco Cappiotti

Francesco Cappiotti, oltre a curare le chitarre dei The Last Drop of Blood e ad essere il fondatore della band, ha ideato e diretto il videoclip di “Blood Everywhere” per individuare il giusto contrappunto visuale ad un brano dalle caratteristiche ipnotiche, ossessive e taglienti, coadiuvato dalla voce potente di Andrea Chimenti come special guest, che in questo caso rilegge in modo creativo e originale quello che faceva Edda Dell’Orso nelle musiche di Morricone e allo stesso tempo allarga prospettive e ampiezze delle due voci maschili sovrapposte, che simulano l’ululato del coyote nella colonna sonora de Il buono, il brutto, il cattivo.

Brano e video, anche se attingono da un immaginario codificato e conosciuto, procedono per deterritorializzazione degli elementi in gioco, costruendo un lessico del tutto personale che si avvicina maggiormente a quello che i Dead Combo facevano nel ricombinare i pezzi del fado portoghese, con il post rock e la musica per il cinema.

Nel video, se rimaniamo alla superficie bicromatica della stilizzazione in silhouette, emergono elementi che ricordano tanto l’utilizzo delle Motion Graphics, quanto l’optical art di Saul Bass che ha influenzato, in una prospettiva dinamica lunga decenni, advertising, titoli di testa, video musicali, artworks.

Ma in questo caso ci sono altre direttrici di cui tener conto. Quella storica più diretta, si riferisce a Iginio Lardani, grafico e animatore di titoli nato ad Ascoli Piceno, che oltre ad aver creato il design per il poster italiano di Mezzogiorno di fuoco, realizza tra il 1964 e il 1966 i titoli per la trilogia del dollaro di Sergio Leone, utilizzando in gran parte la tecnica del rotoscopio su sfondo rosso, approccio che replicherà in Faccia a Faccia di Sergio Sollima, utilizzando spesso metodi empirici come l’acqua su inchiostro o la polverizzazione dei fondi di caffè per creare effetti di contrasto direttamente “in camera”, adatti per simulare, tanto per fare un esempio, il movimento della sabbia.

Francesco Cappiotti ha in qualche modo deciso di imboccare una strada simile in termini di approccio, limitando al minimo l’apporto del digitale. Ci ha infatti rivelato di aver elaborato insieme alla fotografia di Tobia Berti un percorso fisico, su set, che è stato post prodotto come se si trattasse di ombre cinesi stagliate su un green screen: “Grazie alla successiva postproduzione di Studioflux – ci ha raccontato Francesco – i personaggi sono diventati sagome nere che si muovono su un fondo rosso sangue. In termini di regia e ancor prima di scrittura l’impegno principale è stato quello di ideare e realizzare un unico piano sequenza digitale: la camera trascina lo spettatore tra vecchi steccati, biancheria appesa e croci fino al centro dell’azione e poi ritorna sui suoi passi. Le stesse croci, gli steccati e persino la forca non sono elementi digitali, ma veri e propri elementi di scenografia, strutture in legno massiccio che hanno dato al risultato finale un tocco più solido e realistico

Se in termini realizzativi c’è una vicinanza attitudinale alle fonti originarie, il risultato prende altre direzioni, legate alla mutazione a vista delle Motion Graphics per come sono state utilizzate nell’universo seriale, ma anche in quello videoludico al confine tra Cinema e grafica.

I The Last Drop of Blood sono: Francesco Cappiotti (chitarre), Carlo Cappiotti (voce), Chris Meggiolaro (basso), Claudia or Die (sintetizzatori) e Michele Martinelli (chitarre). Alle registrazioni hanno partecipato Simone Marchioretti (batteria) e Andrea Ferigo (chitarre). La band ha pubblicato ll’album omonimo d’esordio “The Last Drop of Blood” nel 2018 su Vrec a cui seguirà “Season II” in uscita ad Aprile 2023. Entrambi si avvalgono della produzione artistica di Shawn Lee.

Kiss al Lucca Summer Festival 2023. In apertura, Skid Row

I Kiss sono probabilmente l’unica band in grado di poter vantare uno status “biologico” come super eroi. Non si tratta semplicemente delle maschere e degli outfit che hanno caratterizzato le loro identità spettacolari, ma di quel territorio immaginario tra horror e sci-fi che la band newyorchese ha sollecitato sin dagli esordi. Pochi ricordano che Marvel Comics Super Special, la serie di 41 albi unici pubblicati dal 1977 al 1986, inaugurò le uscite con una storia di 40 pagine dedicata ai Kiss, disegnata da John Romita Jr., Alan Weiss, John Buscema, Rich Buckler, e Sal Buscema. I “fantastici quattro” del rock’n’roll, in quell’occasione combattevano contro villains di prestigio come Mephisto e Doctor Doom, ma soprattutto, per rendere leggendario l’evento veniva documentato fotograficamente il patto diabolico con la nota casa editrice, mentre si prelevava un campione di sangue a Gene Simmons e Paul Stanley per poi versarlo nella vasca per le inchiostrature rosse. Tutto questo un anno prima del leggendario Kiss – meet the Phantom of the park, il film diretto da Gordon Hessler, veterano della britannica Hammer, prodotto nientemeno che da Hanna e Barbera, tanto per confermare lo status simbolico e cartoonistico dei nostri.

Kiss – meet the phantom of the park, trailer

All’apice del loro successo commerciale, appena precedente alla pubblicazione di Dinasty, il settimo album da studio della band uscito per Casablanca, i Kiss cementavano il loro immaginario, nato nei primi anni settanta, per le generazioni del decennio successivo. Un gioco pirotecnico e ludico che caratterizzerà tutti i loro live, formazione dopo formazione, come un marchio di fabbrica capitalizzabile e imprescindibile.

Come avevamo annunciato da questa parte, i Kiss saliranno sul palco del Lucca Summer Festival il prossimo 29 giugno per celebrare 50 anni di carriera nella cornice di Piazza Napoleone. Il contesto è quello del tour d’addio inaugurato ben quattro anni fa e che volgerà al termine proprio quest’anno. Per chi se li è persi negli anni 70, 80, 90 e durante il primo ventennio del 2000, è l’ultima occasione per vederli sul palco.

I Kiss, lo ricordiamo, hanno suonato per la prima volta in Italia nel 1980, per il lungo tour Europeo che promuoveva “Unmasked“, il primo album senza la batteria di Peter Criss e con il bellissimo artwork a fumetti disegnato da Victor Stabin. Per l’occasione suonarono a Roma, come prima data italiana assoluta della loro carriera, il 29 agosto del 1980 nei giardini di Castel Sant’Angelo a Roma, con un’amplificazione potentissima udibile fino a Ponte Milvio. Il palco fu allestito tra le fronde, gli scorci lunari e un’atmosfera perfetta per allestire il loro sabba spettacolare. In Piazza Napoleone a Lucca, il 29 di giugno 2023 si ripeterà la magia.

Kiss -Shandi, official music video

La line-up attuale è costituita da Paul Stanley e Gene Simmons, unici membri storici, affiancati dal comunque veterano Eric Singer, alle pelli dal 1991 e da Tommy Thayer, che dal 2002 sostituisce definitivamente la chitarra di Ace Frehley.

La setlist dei concerti include ovviamente i grandi classici della band, tra cui Detroit Rock City, Love Gun, I Was Made for Lovin’ You, God of thunder, 100,000 Years, ma anche brani del periodo più tamarro e senza maschera, come Lick it Up oltre alle tracce più recenti legate al ritorno al sound delle origini di Psycho Circus, terz’ultimo album della band. Ricordiamo che l’ultimo album pubblicato dai Kiss è Monster e risale al 2012.

Kiss – i love it loud (Creatures of the night – 1982)

Le prevendite del concerto lucchese dei Kiss, già cominciate diversi mesi fa, sono disponibili presso il circuito Ticketone e tra le ragioni per non mancare, lo show d’apertura affidato agli Skid Row, band mitica dell’universo heavy metal, che per l’occasione riproporrà grandi successi come Youth Gone Wild, 18 and Life, Slave to the Grind, oltre alle tracce contenute in The Gang’s All Here, ultimo recentissimo album della band di Toms River, che recupera sonorità old-school e vira dalle parti dello sleaze rock degli esordi, con la presenza del nuovo cantante Erik Grönwall, cantante svedese già front leader degli H.E.A.T.

Hard rock adrenalinico, heavy metal, propensioni stradaiole, melodia e riff in parti uguali saranno gli ingredienti del loro atteso concerto.

Skid Row – Tear it Down (The Gang’s all here – 2022)

Underdog – Cold Moon in Deep Water: sorprendente videoclip tra creatività e AI. Anteprima esclusiva

Gli Underdog tornano sotto il segno di una sinergia importante. Il collettivo rompe un silenzio discografico durato dieci anni con il nuovo singolo intitolato Cold Moon in Deep Water, veicolato dallo splendido videoclip realizzato con l’ausilio dell’Intelligenza Artificiale e soprattutto con il lavoro creativo dell’Accademia Delle Arti e delle Nuove Tecnologie Di Roma, coordinata dal Professor Davide Cardea.

In anteprima esclusiva su Indie-eye il video realizzato con tecnica stop motion attraverso l’interazione tra Intelligenza artificiale e creatività umana.

Cold Moon in Deep Water anticipa il terzo album della band romana, intitolato “Underdog vs Underdog” e in uscita il prossimo 21 aprile per Phonosphera Records.

Il video è un sogno post mortem in piano sequenza che riavvolge la vita di una donna, dopo un atto suicidale estremo.

Underdog su FB
Davide Cardea Su FB
AANT Roma su FB
Phonosphera su bandcamp


Cold Moon in Deep Water, il making of del video realizzato da AANT con la coordinazione di Davide Cardea

Davide Cardea aveva già lavorato al tour degli Underdog nel 2016 ed è tornato a farlo attraverso la docenza presso AANT, veicolo con il quale ha potuto allestire un mix davvero virtuoso tra formazione e farm creativa, che espande in una forma del tutto rara per il nostro paese la relazione tra l’aspetto laboratoriale e quello professionalizzante.

Potendosi servire di un gruppo selezionato di studenti giovanissimi provenienti dai dipartimenti di Graphic Design, Design e Videomaking ha affrontato in modo inedito e pioneristico le possibilità creative di un nuovo ambiente di sviluppo come quello dell’Intelligenza artificiale, che sta animando il dibattito pubblico con modalità spesso non particolarmente centrate, dividendo come al solito l’arena tra apocalittici e integrati.

L’intelligenza artificiale – ci ha detto – con le sue applicazioni, è affascinante e pericolosa allo stesso tempo: possiamo essere contrari o a favore, ma non possiamo ignorare che sia già qui. Non possiamo lasciarci travolgere dalla rivoluzione che inevitabilmente porta con sé, dobbiamo piuttosto prendere una posizione che si basa prima di tutto sulla conoscenza dello strumento. Con la realizzazione di Cold Moon in Deep Water abbiamo esplorato l’IA in lungo e in largo, ma allo stesso tempo abbiamo impedito che questo strumento prendesse il sopravvento sulla nostra volontà di creare contenuti originali ed emozionanti.”

Il video parte da un soggetto molto preciso, legato al suicidio di una donna e agli istanti immediatamente successivi alla propria morte. In quella condizione di passaggio, ripercorre le tappe della propria vita fino al tragico evento, in un susseguirsi di immagini oniriche e surreali.

Realizzato con tecnica stop-motion e con l’ausilio di Stable Diffusion, modello di apprendimento automatico profondo sviluppato per generare immagini da descrizioni testuali, Cold Moon in Deep Water è in formato 4k a 25fps ed è costituito da un piano sequenza di circa 4 minuti.
La farm di lavoro guidata da Cardea ha assunto il nome di “Contaminazioni“, per la sinergia tecnica e creativa del progetto stesso, che mette insieme livelli di comunicazione tra social media, web 3.0 e Intelligenza artificiale.

Per sviluppare il progetto, il team ha seguito alcune regole rigide, già definite in fase di progetto, allo scopo di preservare l’autorialità dei creativi e al contempo sfruttare le potenzialità di IA senza che questa predomini sulla volontà creativa. Per Cardea e AANT si tratta di un esperimento unico, soprattutto per le modalità con cui si distingue dal non-sense che attraversa tutta la produzione di contenuti filtrata dalle Intelligenze artificiali, grazie al controllo dello strumento,

Le regole, riassunte in termini comprensibili sono le seguenti: a) Utilizzo dell’Intelligenza Artificiale come strumento e non come autore b) Divieto di utilizzo di immagini o video guida per l’IA: il risultato è esclusivamente frutto delle abilità dei prompt artist c) Unico piano sequenza: assenza di montaggio d) Utilizzo “puro” dell’IA: assenza di qualsiasi tipo di post-produzione, fatta esclusione per i titoli di testa e coda e) Forte componente cinematografica delle immagini, spingendo l’IA al massimo
delle sue attuali possibilità f) Rispetto del diritto d’autore.

Su questi presupposti abbiamo posto alcune domande al Prof. Cardea

I limiti e le potenzialità dell’IA come sono stati regolati per ottenere il risultato conclusivo. Professor Cardea, può farci alcuni esempi dell’interazione artista/IA per come è stata portata avanti in termini di disegni/animazione ?
 Cold Moon In Deep Water nasce in primo luogo come un soggetto scritto, ispirato al testo della canzone, che è stato tradotto prima in sceneggiatura e poi in uno storyboard. Questa è stata la nostra griglia di partenza, la nostra comfort zone per iniziare a sperimentare con l’IA, in questo caso Stable Diffusion, che abbiamo utilizzato per disegnare le scene. Per rimanere aderenti a come avevamo immaginato il video, abbiamo dovuto operare profonde personalizzazioni del software e delle sue librerie, passando per script a riga di comando e interfacce ai limiti dell’usabilità.
Creato il nostro ambiente di sviluppo e configurati tutti gli strumenti che ci avrebbero permesso di disegnare quello che volevamo noi, con lo stile che avevamo ideato, abbiamo blindato le configurazioni ed iniziato a disegnare frame per frame il nostro video. Abbiamo automatizzato alcuni processi creando un foglio di calcolo che è diventato il nostro storyboard “IA” ovvero la lavagna dove abbiamo creato più di 90 scene chiave, ognuna con le sue meticolose descrizioni testuali, dette prompt, che avrebbero istruito l’IA su come, cosa e dove disegnare, realizzando complessivamente 6100 fotogrammi che sono poi diventati un unico piano sequenza “IA” di oltre 4 minuti. La tecnica utilizzata per disegnare è stata quella del txt2img (prompt per creare un fotogramma) e img2img (creare un fotogramma sulla base di un altro, intervenendo con un prompt)

In che modo l’IA, in termine di automazione e velocizzazione dei processi, può aiutare il lavoro di artisti e creativi?
In modo pericoloso. L’enorme potenziale dell’IA unito ad alcune sue piattaforme di facile accesso e utilizzo, possono portare alla perdita del potenziale espressivo umano e della creatività. L’IA a mio avviso deve essere usata come uno strumento per realizzare ciò che ci muove dentro e non come l’artefice di qualcosa che non ci appartiene, realizzare opere, di qualunque tipo, con un click, è l’opposto del concetto stesso di opera: il prodotto dell’operare.
Tuttavia, un uso coscenzioso del mezzo può notevolemnte ampliare la capacità di produzione artistiche i tempi di produzione. La direzione è quella di creare i propri personali asset per l’IA, in modo da addestrarla secondo il proprio gusto, il proprio stile, le proprie idee visive, gli artisti che intraprenderanno questo percorso, che non è affatto facile ed economico, avranno indubbiamente qualcosa di nuovo e personale da proporre.

Il formato videoclip, per la sua brevità, è quello più adatto allo sviluppo di un progetto di
questo tipo?

In realtà un videoclip come Cold Moon In Deep Water è abbastanza al limite di ciò che si può realizzare, o meglio che si potesse realizzare al momento della produzione, salvo usare tecniche miste con video guida ed editing in post produzione: generare un video di 4 minuti in un unico piano sequenza, può richiedere un’enorme potenza di calcolo grafico o un’infinita pazienza per i tempi di rendering, che seguono ogni singolo test ed esportazione che viene effettuato. Tutto questo si aggiunge ai tempi di ideazione e progettazione comuni a qualsiasi forma di comunicazione con o senza IA, in questo momento storico la produzione di immagini è la cosa più ragionevole su cui concentrarsi, ma l’avanzamento di una tecnologia comunque giovanissima e la sempre maggiore disponibilità al largo pubblico di hardware performante, permetterà presto di creare molto più agilmente videoclip, se non lungometraggi.

Da Steve Hackett a Damien Rice, ecco i primi appuntamenti del Pistoia Blues

Il cartellone del Pistoia Blues 2023 sta cominciando a delinearsi con una serie di appuntamenti da non perdere. Il attesa della conferenza stampa ufficiale, dove sarà presentata la 42/ma edizione del festival pistoiese, sono già stati annunciati una serie di nomi internazionali di altissimo livello.

L’ultimo artista annunciato a mezzo stampa è Damien Rice. Il cantautore di Celbridge, già ospite del Pistoia Blues nel 2016, ha pubblicato il suo ultimo album due anni prima e ha continuato a portare sui palchi di tutto il mondo le canzoni di My Favourite Faded Fantasy e dei suoi due lavori precedenti.
Per il Pistoia Blues salirà sul palco il 12 luglio prossimo, mentre le prevendite cominciano con una presale solo per i fan oggi 15 marzo alle ore 10 su Ticketmaster, seguita da una My Live Nation Presale giovedì 16 marzo alle ore 10 sempre su Ticketmaster, e la vendita generale da venerdì 17 marzo alle ore 10 su Ticketone, Ticketmaster e Vivaticket.

Di seguito, Damien Rice in una session recente registrata per live at the Cabin

Xavier Rudd è l’altro nome tra folk e pop ospite del Pistoia Blues il 5 luglio. I biglietti sono già disponibili sui circuiti Ticketone, Ticketmaster e Vivaticket.

L’artista presenta i brani di Jan Juc Moon, decimo album pubblicato dal polistrumentista australiano e composto durante i lockdown globali causati dalla recente pandemia: «La vita è stata dura per tutti in questi ultimi anni – ha affermato – e ora più che mai la gente merita di sognare in grande. Ho la sensazione che le nuvole si stiano lentamente aprendo e vorrei essere presente con la mia musica nel momento in cui le persone riemergeranno da questo periodo, in modo da avere un posto in cui possono lasciarsi andare e sognare, muoversi e scrollarsi di dosso il peso del mondo

Ad anticipare l’uscita dell’album, We Deserve To Dream, singolo che ospita il noto danzatore delle Prime Nazioni australiane Tyrel Dulvarie e che è stato coadiuvato da un videoclip diretto da Luke Workman

Wolfmother, la band di Andrew Stockdale, salirà sul palco pistoiese il 9 luglio 2023 insieme ai Dirty Honey, special guest losangelini che apriranno lo show.

I circuiti di prevendita sono quelli di Ticketone, Ticketmaster e Vivaticket

Stockdale ha pubblicato Rock Out, sesto album in studio per i Wolfmother, durante il difficile periodo della pandemia, che l’ha spinto a infondere alla sua musica uno spirito più aperto e positivo, dalle qualità quasi curative. Registrato prima in forma casalinga e poi con l’aiuto dei suoi collaboratori di lunga data tra cui il bassista Alexx McConnell e il batterista Hamish Rosser, ha avuto una gestazione di un anno e mezzo, costruendo un vero e proprio rock-stadio potente e riff-oriented.

Un assaggio della loro forza in questa prova in trio registrata live in studio

Anche Steve Hackett, leggendario chitarrista dei Genesis, torna a Pistoia dopo una memorabile esibizione datata 2018. Torna nella splendida cornice di Piazza Duono con il nuovo show, che rimette mano al repertorio dei Genesis. “Genesis Revisited – Foxtrot at Fifty + Hackett Highlights” andrà in scena il 7 luglio 2023 alle ore 21 ed è il tour che segna l’anniversario di “Foxtrot”, il classico dei Genesis del 1972; «Credo che Foxtrot – ha detto Hackett – sia stato allora una magnifica conquista per i Genesis. Nell’album non è presente nemmeno una traccia debole, hanno tutte i loro punti di forza e sono impaziente di poter suonare dal vivo l’intero album».

Non sarà solo sul palco, insieme a lui Roger King alle tastiere, Craig Bundell alla batteria, percussioni e voce, Rob Townsend sax, flauto e percussioni, basso e chitarra Jonas Reingold ed infine alla voce Nad Sylvan. Le prevendite sono disponibili sui circuiti Ticketone e Ticketmaster.

Steve Hackett Birmingham 14/9/21 foto di Mick Bannister, fornita gentilmente da ufficio stampa Pistoia Blues, David Bonato

L’8 luglio sarà il turno dei Baustelle, un ritorno per la band di Bianconi, Bastreghi e Brasini, lontana dai palchi da ben cinque anni. Presenteranno al Pistoia Blues i brani dell’imminente Elvis, nuovo album di inediti previsto per il 14 aprile e già anticipato dai singoli “Contro il mondo” e “Milano e la metafora dell’amore” che uscirà in condivisione streaming il prossimo 17 marzo.

Contro il mondo è anche un videoclip, diretto da Marco Cella e con la direzione creativa di Gian Luca Fracassi

La blueswoman Ana Popovic sarà sul palco del Pistoia Blues il prossimo 9 luglio 2023, la sua è una band completa, che annovera tra le altre cose una sezione fiati di grande impatto. L’artista serba non sarà sola, perché a breve sarà annunciato il cast completo di questa domenica di luglio, tutta all’insegna del grande blues.

Popovic è una delle più importanti esponenti del blues femminile globale, e dopo aver portato in lungo e in largo sui palchi di mezzo mondo i brani di quello che è a tutt’oggi il suo ultimo lavoro pubblicato, ovvero “Like It On Top”, presenterà su quello del Pistoia Blues i brani freschi di stampa di “Power”, il prossimo album previsto per il 5 maggio del 2023.

Centro emotivo del disco, la battaglia contro il cancro che l’artista serba ha combattuto negli ultimi due anni.

Ma il suo concerto sarà l’occasione, per chi ancora non la conosce, per ripercorrere gli altri 12 album da studio che ha pubblicato a partire dallo storico Hometown del 1998. Premiata 5 volte ai Blue Music Awards e apparsa sulle principali riviste chitarristiche mondiali, Popovic suona Fender Strats, Gibson Les Paul, D’Angelico jazz guitar e le chitarra classica ed è una perfomer straordinaria che ovviamente da il meglio di se dal vivo.

I biglietti per lo show di domenica 9 luglio al Pistoia Blues saranno sono già disponibili dai primi di marzo sui circuiti Ticketone e Ticketmater e presso tutti i punti vendita autorizzati

Già anticipato da You Got the love, Power ha già un secondo singolo in rotazione, in attesa dell’uscita ufficiale dell’album. Si tratta della jazzy “Recipe is romance“, coadiuvata da un videoclip ad alto potenziale sexy con Ana in forma smagliante.

Bob Dylan in Italia a Luglio per 5 Date tra cui il Lucca Summer

Sono passati tre anni dalla pubblicazione di Rough and Rowdy Ways, il 39/mo album di Bob Dylan pubblicato da Columbia Records e il primo a contenere canzoni originali dal 2012. Preceduto dai singoli “Murder Most Foul“, “I Contain Multitudes” e “False Prophet” è stato seguito da un tour programmato per tre anni dal 2021 fino al prossimo 2024.

Il Rough and Rowdy Ways World Wide Tour, cominciato in Wisconsin il due novembre 2021, arriva anche in Italia, per ben cinque date dal 3 al 9 Luglio, toccando città come Milano, Lucca, Perugia e Roma.
Si comincia con il doppio appuntamento ,il 3 e il 4 luglio al Teatro Arcimboldi di Milano e si prosegue due giorni dopo, il 6, in Piazza Napoleone a Lucca per il già ricco cartellone del Lucca Summer Festival.
Il 7 luglio Dylan sarà all’Arena Santa Giuliana di Perugia nell’ambito di Umbria Jazz, per concludere il suo ricco viaggio italiano il 9 di Luglio a Roma, presso l’Auditorium Parco della Musica.

Le prevendite saranno attive da Venerdi 17 marzo con una presale ufficiale su www.virginradio.it, attiva dalle ore 10, mentre quelle ufficiali, sempre dalla stessa ora, saranno attivate il giorno successivo, 18 marzo, sui canali ticketone oppure attraverso il sito ufficiale della D’Alessandro e Galli che porta Dylan in Italia: www.dalessandroegalli.com

Il grande musicista americano, lo ricordiamo, torna nel nostro paese dopo cinque anni e dopo lo storico concerto romano alla Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica.

Gloam Session #5 – Narova: Caro Fiore, il video live in esclusiva

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Caro Fiore è il nuovo numero di Gloam Session, il format video-live originale che cattura gli artisti in una session in presa diretta, entro quel segmento temporale racchiuso nelle ultime ore del crepuscolo.

Setting naturali e luoghi legati alle origini, alla vita e agli ambienti dei musicisti coinvolti.

Questo numero, dedicato al cantautore pugliese Narova, è stato filmato sul lago berlinese di Obersee, bacino artificiale vicino al suo “gemello” e più antico Orankesee, situati entrambi nel quartiere Alt-Hohenschönhausen al confine con il distretto di Pankow. la frazione che comprende questi laghi, vere e proprie mete balneari per la Berlino non turistica, è parte del quartiere di Lichtenberg, noto come quartiere della Stasi, che ancora trattiene le tracce di quella che fu una delle più feroci polizie politiche del novecento.

Narova ha scritto parte del suo nuovo EP da queste parti e le live session dirette da Antonio Stea sono state registrate proprio sulla riva del lago.

Le Gloam Session sono una produzione video di Sacred Recordings, dirette da Antonio Stea, con il suono in presa diretta di Gianvito Novielli, le foto sul set di Anna Squicciarini e la comunicazione stampa di Gianvito Novielli. Vengono presentate in esclusiva lancio su Indie-eye

Un bel po´ di anni fa, a Berlino, Narova (che non sapeva ancora di chiamarsi così) ed E. uscirono dalla loro casa e si diressero verso l´areoporto. Prima di imbarcarsi sul suo volo, E. promise di far ritorno al piu´ presto. Narova invece tornò a casa e pazientemente cominciò ad aspettare. Ma aveva dimenticato che le promesse non sempre vengono mantenute, mentre il tempo passava, il Natale era alle porte e di E. nemmeno l´ombra si intravedeva.
Se davvero è impossibile incanalare tutti gli eventi e le persone nella direzione che vorremmo, se putroppo bisogna starci in questa condizione di sottomissione rispetto all´accadere che non vogliamo, allora il racconto e la musica siano (almeno) la rivalsa e la salvezza: questo pensò Narova, imbracciando dopo tantissimo tempo una chitarra. Era cominciata la fine di un gran casino, e nessuno se ne era ancora reso conto.
“Caro fiore” è quindi la prima canzone del concept ep “La fine del gran casino”: una storia che inizia in una casa e finisce sull´acqua. Quindi non è assolutamente casuale la scelta di riproporre la canzone live sul lago Obersee: è qui che Narova, dopo aver aspettato invano, dopo aver scritto “Caro fiore” e le successive canzoni dell´ep, dopo aver chiuso per sempre la porta di una vecchia casa, ha ucciso un suo gran casino. Ed è qui che ne è cominciato un altro, ma di questo parleremo un´altra volta.” (Narova)

Narova sul lago Obersee – Foto di Anna Squicciarini

Narova è un cantautore pugliese di Sannicandro di Bari, trapiantato a Berlino. Il suo esordio, “La fine del gran casino”, racchiude alcune delle canzoni scritte negli ultimi anni e ora pubblicate per il collettivo Stand Alone Complex. I testi e le melodie di Narova sono fuori dal tempo, un inganno alla mente, lontani dal presente della canzone italiana; raffinati come le composizioni dei Non Voglio Che Clara, sacri come i capolavori di Flavio Giurato.

Credits video

Director: Antonio Stea

Sound Engineer: Gianvito Novielli

Production: Stand Alone Complex

In esclusiva per Indie-eye

Caro fiore

Narova (voce e chitarra)

David Dessert (chitarra)

Testo e musica: Narova

Etichetta: Stand Alone Complex

Links

Narova – linktr.ee/narova

Antonio Stea – http://antoniostea.com

Gianvito Novielli – https://bit.ly/gianvitonovielli

SAC Recordings – https://linktr.ee/standalonecomplex

Anna Squicciarini (foto): Anna Japano Rama | Facebook

John Cale, a Milano e Firenze con il live di Mercy

L’ultima volta di John Cale dal vivo in Italia risale al 2018. Insieme ad una band formidabile costituita da Dustin Boyer (chitarra e samples) Deantoni Parks (batteria e samples) e Joey Maramba (basso), portò sul palco lo spirito di “M:FANS”, il reboot di Music for a New Society che aveva caratterizzato tutti i concerti del 2016 e dell’anno successivo. Mancavano gli inediti, ma niente è uguale a se stesso in un concerto del grande musicista gallese, dove libertà, dilatazione e riscrittura sono le energie centrali di ogni suo show.

Anticipato da una serie di videoclip, tra cui il bellissimo Night Crawling dedicato a David Bowie, “Mercy” è l’album che tutti aspettavano, il primo di inediti da dieci anni a questa parte.
Il successo di critica a livello internazionale lo conduce nuovamente dalle nostre parti per promuovere i suoni di un lavoro collettivo, che aggrega numerose collaborazioni illustri, a partire da quella con Weyes Blood nel brano Story of Blood, coadiuvato da un video diretto da Jethro Waters che ha anticipato di un mese l’uscita dell’album su Double Six / Domino.

L’elettronica, condivisa con Laurel Halo, Sylvan Esso, Animal Collective, Tei Shi, Dev Hynes, Actress, Fat White Family e la già citata Weyes Blood, è lo strano attrattore che Cale modifica, plasma, rimodella sulla base delle sue esperienze più oscure come Artificial Intelligence e Music for a New Society, proiettando quelle intuizioni verso il futuro. Un futuro che viene raccontato attraverso il vettore non riconciliato di una narrazione disperata, che attraverso 12 tracce osserva gli estremi di una società in caduta libera, dal COVID alla Brexit, dai cambiamenti climatici alla corsa agli armamenti.

Cale tornerà in Italia per due appuntamenti imperdibili il 12 e il 13 giugno 2023. La data che introdurrà questa fugace apparizione italiana è quella prevista al Teatro Dal Verme di Milano. Mentre il 13 giugno, sarà ospite nella suggestiva cornice dell’Anfiteatro delle Cascine Ernesto De Pascale a Firenze.

I biglietti sono già in prevendita attraverso i circuiti Ticketmaster e Ticketone e sono organizzati da BPM e Showbees.

Il tour europeo, che è cominciato il 6 febbraio scorso a Liverpool, ha già chiuso una prima tranche di date, con quella di Monaco del 5 marzo, mese nel quale ha compiuto 81 anni. A queste date, oltre alle due italiane di Giugno, se ne sono aggiunte alcune tra maggio e giugno al Primavera Sound di Barcellona.

Durante gli ultimi live Cale ha attinto da Mercy ma non in forma esclusiva, regalando alcune perle dal suo enorme repertorio, tra cui una splendida riscrittura di Rosegarden Funeral of Sores, il brano originariamente uscito su singolo nel 1980, come corollario di Sabotage live sul retro di Mercenaries, e coverizzato lo stesso anno dai Bauhaus. Insieme a questa, sono state inseriti nelle ultime setlists classici come Cable Hogue, Half Past France, Hanky Panky Nohow, la bellissima Villa Albani dal sottovalutato Caribbean Sunset, Chinese Envoy l’immancabile I’m Waiting for the Man dal repertorio dei Velvet Underground e anche Style it Takes, uno dei brani più belli dell’omaggio ad Andy Wharol condiviso con Reed nel 1990, noto come Songs for Drella.

Per approfondire

John Cale tra follia e desiderio

John Cale dal vivo, luglio 2017

John Cale dal vivo, Luglio 2018

John Cale, Dirty-ass rock’n’roll

Pulisci la tua collezione di Vinili con Knosti Disco Antistat Generazione 2

Knosti è un brand tedesco che da alcuni decenni si occupa di prodotti per la pulizia e il mantenimento dei dischi in vinile.
Tra questi le note macchine lava dischi manuali, che consentono la pulizia dei dischi in vinile da sedimentazioni ostinate, muffa, polvere e sporco che non se ne va con le normali spazzole in fibra di carbonio.

Dopo aver venduto per anni la classica Disco Antistat, la macchina lava dischi che abbiamo recensito anche qui su indie-eye da questa parte, la casa tedesca ha lanciato sul mercato la Disco Antistat di seconda generazione, caratterizzata da alcune migliorie per quanto riguarda la struttura e gli accessori stessi della macchina. La Generation II viene venduta con la classica mistura liquida di pulizia a bassa concentrazione alcolica, già pronta per l’utilizzo e un secondo liquido NON alcolico chiamato Ultraclean, che è un concentrato diluibile in acqua distillata e che permette di ottenere ben cinque litri di liquido per pulire i dischi, da una boccetta Ultraclean di soli 200ml. In quest’ultimo caso le dosi sono di circa 40ml di liquido concentrato Ultraclean, con l’aggiunta di 950ml di acqua distillata.

Con uno dei nostri video tutorial abbiamo analizzato in dettaglio le due versioni di Knosti Disco Antistat Generation 2, effettuando due distinti lavaggi e test audio con la “Mixture” alcolica tradizionale e la nuova mistura concentrata non alcolica “Ultraclean“.

Knosti Disco Antistat Generation II Plus – Mixture + Ultraclean: Video unboxing & Tutorial

Le differenze tra Knosti Disco Antistat Generation II e la precedente versione

Knosti Disco Antistat Generation II viene proposta nelle versioni “Mixture” e Ultraclean. La macchina non cambia, ma il kit aggiuntivo della versione Ultraclean aggiunge anche un miscelatore che consente do preparare la soluzione non alcolica per la pulizia dei dischi.

Rispetto alla versione precedente, Generation II implementa una manovella che consente di girare i vinili in modo più leggero e veloce.

Le coppe che assicurano i dischi, sono isolate con una guarnizione in gomma che protegge dagli sgocciolamenti del liquido sull’etichetta del disco, evitando così di bagnarla, un problema che di tanto in tanto si verificava con la versione precedente.

Sono disponibili anche dei piedini in plastica con gommini antiscivolo, che consentono di mantenere salda la macchina su un tavolo, senza il rischio che si sposti o si rovesci mentre la utilizzate.

La rastrelliera per asciugare i dischi e l’imbuto di filtraggio del liquido utilizzato per separarlo dallo sporco, sono identici alla versione precedente, così come la dotazione dei cinque filtri.

Il liquido Ultraclean concentrato e non alcolico deve essere diluito in acqua distillata. Questo consente di ottenere cinque litri di liquido filtrabile con una boccetta da 200ml. Il liquido però conviene conservarlo per sei mesi e non oltre, altrimenti può produrre batteri e rischia di perdere le sue caratteristiche di pulizia.

Knosti Mixture e Knosti Ultraclean, i due liquidi di pulizia della macchina lavadischi

Nel nostro video abbiamo testato entrambi i liquidi e se conoscevamo già le ottime caratteristiche della mistura già pronta e a base alcolica, abbiamo potuto constatare che i risultati di Ultraclean sono altrettanto ottimi, con il vantaggio che non lasciano alcun residuo.

C’è da dire che la “Mixture” originale, ha una bassissima concentrazione alcolica, che non danneggia assolutamente i dischi e che consente una pulizia approfondita sulle sedimentazioni di muffa più ostinata, mentre Ultraclean concentrato è perfetto per polvere sedimentata tra i solchi.

Entrambi i liquidi rendono i dischi lavati, completamente antistatici

Il Costo di Knosti Disco Antistat Generation II

Disco Antistat Generation II può essere acquistata sul sito ufficiale del brand tedesco specializzato in macchine lava dischi, ad un prezzo di EURO 111,75 + EURO 18,99 di spese di spedizione con corriere DHL verso l’Italia, per quanto riguarda l’edizione con la “Mixture” classica, mentre la macchina con il Kit Ultraclean costa EURO 132,25 + 16,99 di spese di spedizione DHL. Considerato che le spese di spedizione vengono calcolate con un limite massimo di Kg, conviene acquistare più prodotti per risparmiare. Knosti vende infatti anche i pezzi separati di ricambio, oltre al refill per i liquidi e le misture di pulizia. Disponibile anche un’acqua distillata di qualità superiore, adattissima per la pulizia dei dischi. Tra gli accessori, oltre alla macchina lava dischi, consigliamo di acquistare anche una seconda vasca per il risciacquo del disco in sola acqua distillata; si tratta ovviamente di un accorgimento in più che potrebbe interessare i collezionisti più precisi e maniacali.

Kraftwerk tour 2023, a Firenze e a Genova l’8 e il 9 Luglio. I videoclip, la storia, le immagini.

KRAFTWERK Computerworld FOTOGRAFIE PETER BOETTCHER Radio City Music Hall NYC 2022

L’influenza dei Kraftwerk è incalcolabile. Dal synth-pop fino all’R’n’B, passando per tutte le propaggini, sperimentali o meno, della musica elettronica, non è possibile evitare i suoni e l’esperienza di Ralf Hütter, Florian Schneider, Karl Bartos e Wolfgang Flür.

Nato vicino ad un quartiere a luci rosse di Düsseldorf, il loro primo album di successo, Autobahn, cambia radicalmente l’ambiente sonoro dei primi tre album realizzati con scadenza annuale al 70 al 73, fondendo la passione per i sintetizzatori con l’immagine futuribile della tecnologia, quella che stava alla base dell’ampliamento della rete autostradale tedesca, un vero e proprio mostro tech, legato fortemente all’identità nazionale.

Le scelte continentali della band, anche in termini strettamente linguistici, non favoriscono il successo immediato fuori dai confini, tanto che la stampa britannica, giusto per fare un esempio, riconoscerà la loro statura a partire da The Man Machine, l’album del 1978 che rappresenterà il genoma principale per molta musica elettronica a venire.

Kraftwerk Live, cosa ci aspetta per il tour 2023

Il rituale dei loro live più recenti, che coprono una produzione discografica ferma al 2003, ci racconta meglio di ogni altra cosa l’assoluta attualità dei Kraftwerker, non solo per il successo planetario e la riconoscibilità di quello spazio creativo, ma anche per l’immutabile rigore con cui presentano una realtà sonora e visiva scabra, fatta di pochi elementi che ancora ci interrogano e ci sollecitano sulla relazione tra coscienza e macchina.

Basta pensare alla tattilità dell’esperienza aumentata per i live allestiti nel 2017, dove gli occhiali 3D forniti agli spettatori consentivano di immergersi nella geometria di immagini desunta visualmente dalla loro stessa musica. Brani come Numbers, da Computer World del 1981, che ancora rivela un’estetica robotica abbacinante, Radioactivity, The Robots con i manichini kleistiani a grandezza naturale che delimitano i confini di un teatro inquietante, versioni espanse e davvero “in viaggio” di Autobahn, hanno fatto dei loro show recenti una vera opera d’arte totale.

Lo si deve all’ostinazione di Ralf Hütter, unico membro fondatore rimasto, accompagnato dalle percussioni elettroniche di Fritz Hilpert, attivo con la band dal 1987, le tastiere e le percussioni di Henning Schmitz, in attività con i Kraftwerk dal 1991 ed infine ai live visuals di Falk Grieffenhagen, che dal 2012 definisce tutto l’apparato visuale che caratterizza i nuovi show del combo tedesco.

Kraftwerk Live, le uniche due date italiane, a luglio a Firenze e a Genova

Di nuovo sulla strada, i Kraftwerk sono pronti per un tour che includerà due date italiane per il prossimo luglio. Il 7 luglio a Firenze presso l’Anfiteatro delle Cascine Ernesto De Pascale e l”8 Luglio a Genova presso l’Arena Mare, Area Porto Antico.

Il tour, che si aprirà il prossimo 23 maggio a Santiago del Cile, per concludersi due mesi dopo esatti all’Alicante Summer Festival in Spagna, almeno per quanto riguarda il range delle date reso noto, è avvolto nel totale mistero. Se come avevamo accennato, il precedente show era caratterizzato dalla forza visuale in tre dimensioni dell’apparato ideato da Grieffenhagen, per questo possiamo dire ancora ben poco, tranne limitarci a ripercorrere insieme la cronologia video della seminale band tedesca.

Kraftwerk in Italia, 7 e 8 luglio 2023 Firenze/Genova, prevendite su Ticketone.

[Fotografia dell’articolo, KRAFTWERK Computerworld – FOTOGRAFIE PETER BOETTCHER – Radio City Music Hall NYC 2022 – Fornito da Ufficio Stampa Parole e Dintorni, Nora Bentivoglio]

I videoclip dei Kraftwerk

Se volessimo godere della videografia dei Kraftwerk in forma antologica, attraverso DVD e prodotti video ufficiali, dovremmo rinunciare. A tutt’oggi non esistono raccolte dedicate alla band tedesca, ad eccezione di release non autorizzate e di non facile reperimento. YouTube è come al solito una “library” eccellente, e a partire dal 2000 la situazione è radicalmente cambiata, con la digitalizzazione di video provenienti da vecchie rotation. Prima di allora, era il collezionismo privato che si muoveva ai margini dei concerti a regolare la possibilità di vedere la videografia ufficiale dei Kraftwerk.

Nello speciale in progress che vi proponiamo, è possibile accedere qui di seguito agli approfondimenti dedicati ai più importanti videoclip ufficiali prodotti a partire dal 1976 dalla seminale band tedesca.

Radio Activity – 1976

Antenna – 1976

Trans-Europe Express – 1977

Showroom Dummies – 1977

The Robots – 1978

Musique non stop – 1986