Minifuse è la gamma di schede audio pro di Arturia di cui abbiamo già parlato su indie-eye con un video tutorial dedicato a Minifuse 2, nella versione bundle recording pack, che include anche cuffia e microfono.
Il brand francese ha appena rilasciato la nuova versione 1.5 del firmware per i modelli 1 e 2 che aggiunge una funzione utilissima di Loopback, presente fino ad ora solo nella versione 4 della scheda audio. La funzione consente di ottenere due nuovi ingressi virtuali, che possono essere associati alle sorgenti audio di un video su Youtube, di un videogame sul vostro computer e di altre applicazioni utili per i live streaming.
Per i possessori, l’aggiornamento del firmware è molto semplice, basta infatti avviare il software dedicato, Minifuse Control Center e un messaggio di aggiornamento verrà immediatamente visualizzato al centro dell’interfaccia principale. Questo, nel caso non sia stata aperta l’interfaccia da un po’ di tempo, viene preceduto dal messaggio di aggiornamento dello stesso Control Center, come nella figura seguente
Subito dopo l’aggiornamento di Minifuse control center, verrà allora visualizzato il messaggio corretto per l’aggiornamento del firmware
Per l’aggiornamento è quindi necessario selezionare il pulsante Update, come indicato nell’immagine precedente. Una volta completato l’aggiornamento, viene visualizzato il messaggio “Success”
La nuova funzione è visibile attraverso il nuovo tab Loopback che potete selezionare, visualizzando così un mixer che si riferisce ai due ingressi analogici della scheda e ai successivi virtuali aggiunti con il nuovo aggiornamento, come nella figura successiva
Per attivare la funzione, è necessario “accenderla”, premendo sull’icona a forma di “power on” situata a fianco della scritta “Loopback”
Una volta accesa, i canali del mixer diventano blu ed è possibile interagire con i vari gain per aumentare o diminuire il volume di una sorgente audio, come vedete nella figura precedente. In quella successiva invece, abbiamo selezionato il pulsante EDIT per attivare il monitoraggio delle sorgenti. Per sentire in uscita quello che accade, potete selezionare il banner a fianco della scritta Hardware Outputs
Arturia ha pubblicato un ottimo video tutorial per apprendere al meglio i settaggi legati al nuovo firmware di Minifuse 1 e 2. Il video in particolare si concentra su numerosi flussi audio (Youtube, il VTS di un DAW e le fonti microfoniche della scheda) e descrive l’utilizzo con Ableton Live 12 Lite, software in dotazione con numerosi dispositivi Arturia.
Trio newyorchese guidato dalla cantante Shanny Wise e il Dj Jackson Walker Lewis, i Fcukers hanno appena pubblicato un primo Ep distribuito da Ninja Tune e intitolato Baggy$$.
Trip hop, dub, disco e un’attitudine legata alle sonorità alternative degli anni novanta hanno catalizzato velocemente alcune attenzioni illustri tra cui quelle di Beck e di Julian Casablanca.
I loro show, allestiti tra gli States e l’Inghilterra sono diventati una piccola leggenda e di tutti i brani pubblicati negli ultimi 5 mesi, esistono altrettanti videoclip che li veicolano, tutti diretti da Shanny Wise.
Se per la maggior parte non si supera il livello dei semplici visualizer, che in molti casi hanno sostituito la pubblicazione della sola traccia audio su youtube e i più elaborati lyrics video, gli ultimi due sembrano leggermente più “pensati”, pur mantenendo quello spirito lo-fi e amatoriale che sembra contraddistinguere tutta l’immagine della band, a partire dall’artwork dell’EP. La dimensione è quella urbana, frammentata da un’estetica visual che riflette luci, mood e tutte le fratture architettoniche del Lower East-Side, milieu dove i nostri sono cresciuti. I video hanno ancora l’aura approssimativa del pattern ritmico, del motivo visuale che deve interagire con il minimalismo e l’estetica della ripetizione tipica del genere, ma assolvono perfettamente la funzione di un veicolo funzionale per la musica.
Vitalic e Rebeka Warrior hanno un moniker russo, ma hanno inciso il primo album in lingua tedesca. A cinque anni da Traum und existenz, il duo francese anticipa il nuovo lavoro, che sarà cantato interamente in lingua inglese, con un singolo e un video diretto da Simon Rieth, regista francese già selezionato alla Semaine de la critique cannense con il suo primo lungometraggio intitolato Nos Ceremonies. Per la clip di I let myself go blind vengono coinvolte Sonia DeVille e Vimala Pons, quest’ultima una delle attrici francesi più promettenti, che abbiamo visto recentemente in Vincent Must Die, e ne L’Attachement. Rieth, che per i videoclip fa parte della scuderia Partizan, ha diretto una fantasia esoterica interpretando le liriche del brano nel momento in cui cercano una relazione non riconciliata con la morte. Lo spazio dell’esperienza diventa allora una commistione tra la virtualità del sogno e l’immersività della natura, dove i resti della civiltà sono solo rovine invase da una flora totalizzante. La morte è l’unica cosa che ci appartiene.
Per celebrare il quarantennale di The Age of Consent, lo storico album dei Bronski Beat appena ri-pubblicato in svariati formati, Jimmy Sommerville ha chiesto a Matt Lambert di realizzare un video specifico che raccontasse il clima odierno in relazione ai diritti LGBTIQ+ Il fotografo e artista pluridisciplinare britannico in circa quindici anni di attività, ha rappresentato le varie forme del desiderio nelle comunità Queer e proprio a quelle ha fatto riferimento per raccogliere materiale. Il risultato è un corto di quasi sette minuti, con un lessico ibrido tra documentazione e videoclip, che procede dagli strumenti di intimidazione sociale e politica utilizzati dal governo britannico nel 1984 contro la libera espressione dell’omosessualità, fino alla percezione attuale.
L’età del consenso, il limite secondo il quale un rapporto sessuale viene considerato reato, era stabilita a 16 anni dal governo inglese, mentre per le persone LGBTIQ+ veniva fissato a 21.
Comincia così il corto di Lambert prima che la voce di Sommerville scandisca il suo “Tell Me Why?” mentre immagini filmate nella Turchia di oggi, ci mostrano un uomo spazzato via da un idrante solo perché Gay.
Il brano viene allora associato alle immagini di alcuni Pride attraverso quarant’anni e gioca proprio sul taglio shock tra la gioia di autorappresentazione delle identità e la violenza che cerca di sopprimerle. Lambert si muove tra Stati Uniti e Europa, raccontando una vera e propria battaglia dei corpi contro un oscurantismo che non sembra essersi affatto placato lungo i quarant’anni che ci separano dalla pubblicazione di The Age of Consent. Alle immagini degli arresti brutali avvenuti in Russia negli ultimi anni, fanno eco quelle dello stesso Sommerville placcato dalla polizia britannica nel 1992, durante la marcia per i diritti Gay a Londra, in un crescendo di violenza che fa da contrappunto al noto “You and me together Fighting for our love“
Il video incorporato è soggetto a limiti di età ed è disponibile direttamente su Youtube, cliccando sul banner dell’incorporamento stesso. Siamo dell’avviso che questa censura a “garanzia” dei minori, non protegga affatto i vostri e i nostri figli dalla violenza che ogni giorno sperimentano negli spazi collettivi, dalle scuole alle strade e che spesso si esprime con grande furia contro ogni tipo di alterità, tra le sollecitazioni della società dello spettacolo e la squallida arena politica contemporanea. La violenza del video di Lambert ha un valore educativo e formativo: distingue con chiarezza vittime e carnefici e spiega chiaramente che è possibile evitarla eliminando la paura dalla propria rete di relazioni. Quella paura, quando diventa strumento in mano ai governi e alle reti di sicurezza che da questi dipendono, avvicina pericolosamente le cosiddette democrazie ai peggiori regimi. Il lavoro di Lambert assottiglia queste differenze e ci mostra un’immagine tragica della realtà politica e sociale in cui viviamo.
Come scrivevo nell’analisi di Hoard, il debutto cinematografico della regista inglese Luna Carmoon, “La suburbia delle ragazze è l’ambiente dove Luna Carmoon si è guardata intorno fino a questo momento. Due cortometraggi e un film di debutto, che esplorano i modi del realismo sociale inglese, lasciandolo sullo sfondo, per concentrarsi sull’emersione di un mondo radicalmente soggettivizzato. L’attenzione ai personaggi, ai loro gesti estremi e alla complessa morfologia del desiderio, erompe sullo schermo con grande impatto fisico, spezzando improvvisamente la logica narrativa, per penetrare i pori della realtà e le fratture del tempo“.
Il suo debutto nel video musicale con le due clip dirette per la promozione di Romance, l’album più recente dei Fontaines D.C. confermano il talento di Carmoon e lo spazio di ricerca elettivo, legato alle trasformazioni della post-adolescenza. Quel transito viene osservato con una forza immaginifica capace di trasformare le sollecitazioni del reale in qualcosa di radicalmente diverso dall’esperienza quotidiana. E se Here’s The Thing, il primo dei due video realizzati per la band irlandese gioca con gli stereotipi di genere, declinando un film come The lost Boys completamente al femminile, è il successivo In The Modern World a lavorare sul salto cognitivo e sulla ridefinizione ex abrupto dello sguardo, come accadeva nel suo splendido lungometraggio d’esordio.
Fontaines D.C. Here’s the thing, il video di Luna Carmoon
In the Modern World parte da una pratica sportiva nota come Car-Jitsu, una forma delirante e decisamente pericolosa di Ju-Jitsu inaugurata a Chicago circa due anni fa.
Due avversari seduti accanto e assicurati alle cinture, si battono all’interno di uno spazio limitatissimo come quello dell’abitacolo di una macchina. Luna Carmoon prende ispirazione da qui e realizza un video che interpreta lateralmente l’esperienza di solitudine urbana descritta dalle liriche del brano. Ewan Mitchell, come la protagonista del video precedente, gioca con un ragno nello spazio isolato della sua camera, per poi esprimere la sua libertà nello spazio segregato di un auto. La violenza diventa goffa e grottesca attraverso gesti e movimenti costretti, ma non per questo meno drammatica. A dargli un valore ancora diverso è l’occhio di chi guarda dall’esterno, una collettività occasionale che scruta un’intera generazione dalla stessa prospettiva con cui si osservano le cavie. Eppure, tra gli sguardi, emerge una pluralità di sentimenti, ciascuno accordato sulla propria immagine allo specchio, dallo scherno alla pietas, dall’amore al disprezzo. Carmoon preferisce allora il contrasto alla riduzione morale dello sguardo e la definizione di uno spazio incongruo da cui possano emergere tutte le contraddizioni. Al giudizio, come in Hoard, sostituisce una bruciante urgenza di rivelazione.
Fontaines D.C. In the Modern World – il video diretto da Luna Carmoon
Di Bryan M. Ferguson avevamo già parlato nel 2021 in occasione di Here Come Comus! il suo video realizzato per Arab Strap, ma è dal 2018 che il regista scozzese realizza opere brevi davvero uniche per concept e coraggio. Fuori dagli schemi più battuti del videoclip contemporaneo, Ferguson è tra quegli artisti che si interrogano costantemente sul rapporto tra individuo e suburbia, attraverso le numerose frammentazioni percettive che il corpo subisce, nel passaggio dall’esperienza virtuale a quella urbana. Che siano elegie sull’isolamento, incursioni nei territori sci-fi e horror, esplosioni di ultra-violenza, nei video di Ferguson tutto converge al racconto di esperienze al limite tra i confini dello spazio comunitario. Non differisce il più recente e bellissimo video realizzato per Machine Girl, dove i tempi contratti di realizzazione, influiscono sulla velocità stessa delle immagini, orientate ad un ipercinetismo che decostruisce l’estetica live action di alcuni anime. Che il cyberpunk, anche sottilmente, sia una delle influenze di Ferguson questo lo avevamo già imparato da video come Hopeless!!! per Sega Bodega e proprio Until i Die recupera l’atmosfera sotterranea dei suoi migliori lavori, estremizzando la relazione tra rimediazioni dell’estetica glitch e spazio esperito. Le interferenze, il rumore bianco, i disturbi di un nastro smagnetizzato e i glitch di un file digitale corrotto, lasciano emergere i relitti di una tecnologia obsoleta come tracce disseminate entro uno spazio onirico. Il viaggio virtuale rimane allora ancorato ad una dimensione brutalmente organica dove l’incubo o se preferite il sogno, è un ritorno verso la sofferenza del corpo.
Machine Girl – Until i die: il video diretto da Bryan M. Ferguson
Dei tre video usciti per promuovere Tension II, il nuovo album dell’immarcescibile Kylie Minogue, gli ultimi due sono diretti da una veterana del formato come Sophie Muller.
Rispetto al clip di My Oh My realizzato da Charlie Di Placido, la regista britannica forza i margini della sua lunga esperienza e assegna a Kylie il centro vitale dell’immagine, restituendoci una vera e propria daughter of the Kaos. E se Edge of saturday night si immergeva nell’edonismo visuale dei novanta, grazie anche alla studiatissima bassa definizione del formato, Lights, Camera Action si allinea alla magniloquenza di una grande produzione per distruggerne tutti i presupposti, assegnando centralità registica al corpo di Minogue. Non si tratta tanto del giochino metadiscorsivo dove la pop diva si confronta con un alter-ego dispotico, quanto dei set che vengono incorporati uno dentro l’altro, come cornici impossibili e insufficienti per contenere l’energia della cantante australiana. Kylie domina ogni prop ed emerge dalla virtualità possibile del teatro di posa digitalizzato, come ultimo segno di resistenza del corpo divistico all’incorporamento nell’avatar. Kylie cavalca con uno straordinario invito a godersi tutta, come accadeva, vent’anni fa, nello straordinario spot per Agent Provocateur.
Kylie Minogue – Lights, Camera, Action – il video diretto da Sophie Muller
Maïlis è una giovane regista canadese dal grande talento, con alle spalle una serie di premi e riconoscimenti di prestigio, tra cui il Young Director Award (YDA), il Clermont-Ferrand International Short Film Festival e l’ambito Vimeo Staff Picks. Nel consueto passaggio da advertising a video musicali che in alcuni paesi ancora rappresenta una feconda impollinazione, Maïlis è riuscita ad elaborare uno stile personalissimo, vicino per certi versi ad alcune declinazioni del cosiddetto “cinema del reale”, ma non per questo esente da quei movimenti endogeni della forma che caratterizzano la cultura visual.
L’ultimo lavoro realizzato per la cantautrice quebecois Apacalda, nasce da una storia personale dell’artista di Montreal, dove Louisa, madre anziana di un amico esclusa dalla comunità religiosa di riferimento, scompare senza lasciar alcuna traccia, per una scelta molto probabilmente di natura suicidale. Sulla base di questo ricordo, la regista canadese ha scelto la forma del cinema di poesia, immergendo l’attrice in una paesaggio romeno, background culturale della stessa Apacalda, per costruire un racconto evocativo che fa dialogare la scrittura della cantautrice con i suoni degli elementi naturali, la voce recitante di Maria Comsa e il contrappunto simbolico dell’ambiente naturale. Racconto sulle radici indissolubili tra gesto, territorio e storia personale, intese come seme fondativo della relazione tra spirito e civiltà. La clip pende dalla parte del linguaggio cinematografico e sostituisce lo spazio performativo con quello generato da alcune sinestesie tra ritmo, timbrica, liriche e immagini, tanto da spezzare l’unità del brano in una serie di frammenti evocativi che emergono come parte di un discorso filmico più complesso.
Le posizioni di Stevie Nicks sull’interruzione volontaria di gravidanza sono note. Prima delle presidenziali 2020 aveva raccontato la sua esperienza con l’aborto avvenuta nel 1979, durante la relazione con Don Henley, motivando le ragioni di una libera scelta. “Se Trump vincesse le elezioni – aveva dichiarato con convinzione alla stampa – le donne tornerebbero ad abortire clandestinamente nei vicoli“. La sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti del 24 giugno 2022 ha concretizzato queste paure. Viene abolita quella storica del 1973 che riconosceva alla texana Norma McCorvey il diritto di abortire, e che aveva garantito il diritto costituzionale all’interruzione di gravidanza, con la conseguente legalizzazione. Diventa adesso discrezionale la possibilità che gli Stati proibiscano l’aborto, con una contrapposizione netta tra realtà più liberali e altre a guida repubblicana, dove di fatto sono già in atto alcune restrizioni. Si prefigura quindi uno scenario inquietante, dove le donne che intendessero avvalersi del diritto all’interruzione di gravidanza, nel migliore dei casi sarebbero costrette a recarsi in quegli stati dove le procedure abortive sono ancora legali.
Dopo undici anni di assenza, Stevie Nicks torna con un brano inedito interamente ispirato al diritto all’autonomia e all’autodeterminazione delle donne, rielaborando le forme di quel femminismo che nella carriera della musicista dell’Arizona è sempre stato implicitamente presente.
The Lighthouse, brano scritto con Magnus Birgersson e Vincent Villuis, arriva in un certo senso a sorpresa e sancisce la collaborazione con Sheryl Crow, qui al basso e alla chitarra, che si era concretizzata altre volte, basta ricordare la nuova versione di Sorcerer del 2001, brano originariamente scritto da Nicks nel 1984 per la colonna sonora di Street of Fire, ma inciso da Marilyn Martin.
Sfruttando un immaginario sonoro e visuale desunto dal metal degli anni ottanta, è proprio il video a reagire con l’allusività delle liriche, dove si descrive una lotta di potere tra la libertà di scelta e l’ombra oscura della repressione. Nicks diventa la guardiana del faro, capace di illuminare la via durante le tempeste più furiose. Dal buio emergono identità femminili e i loro corpi. Vengono aggregati tutti i segni della militanza più recente, anche quella che si innalza dai territori dove l’autocrazia uccide le proprie figlie.
Clip immediato, diretto e potente, ma assolutamente impossibile in un paese come l’Italia, dove nonostante lo strapotere degli obiettori in alcune regioni, la cui concentrazione snatura in molte occasioni il libero accesso all’aborto, la massima autorità religiosa può evidentemente permettersi da una terra straniera di giudicare e definire come “sicari” i medici che con difficoltà crescente, cercano di svolgere il proprio dovere secondo i diritti sanciti della legge 194.
Emerge una linea preoccupante che dalle istituzioni religiose alle forme politiche transnazionali più illiberali, derubrica i diritti fondamentali ad una decadente bizzarria dell’occidente.
Quello di Stevie è allora un voodoo necessario per ritrovare il fuoco della libertà, una “blue lamp” accesa nella notte.
Il lavaggio dei dischi in vinile con tecnologia ad ultrasuoni è un vero e proprio “forbidden pleasure” per i gli appassionati. Perché se la possibilità di poter lavare la propria collezione evitando la frizione meccanica tra supporto e dispositivo di pulizia è allettante, i costi non sempre sono accessibili.
Uno dei motivi del successo di Humminguru, la macchina lava dischi ad ultrasuoni prodotta dalla cinese Happywell, di cui abbiamo parlato con un video tutorial che ha riscosso un ottimo riscontro nella rete italiana, totalizzando più di dodicimila visualizzazioni, è rappresentato dal rapporto qualità/prezzo.
Il dispositivo viene venduto ad un prezzo accessibile e funziona bene, lo dicono centinaia di utilizzatori finali nei forum di appassionati e lo confermiamo anche noi che l’abbiamo utilizzata ininterrottamente per più di un anno senza alcun intoppo e senza aver cambiato alcun componente interno.
La nuova versione, immessa sul mercato in questi mesi e chiamata NOVA, alza lievemente l’asticella del prezzo, ma implementa nuove funzioni, alcune delle quali davvero importanti.
Le abbiamo esaminate tutte da vicino con un nuovo video tutorial di 16 minuti. Augurandovi buona visione, vi ricordiamo che altre considerazioni tecniche su Humminguru NOVA, potete trovarle qui sotto, nella prosecuzione dell’articolo subito dopo il video.
Humminguru NOVA, la macchina lava dischi ad ultrasuoni aggiornata e più potente, Il video tutorial
NOVA, un motore nuovo di zecca e più stabile per lavare i dischi in ultrasuoni
La prima novità di NOVA riguarda il motore che l’alimenta. Rispetto al modello precedente utilizza due schede di alimentazione separate che consentono di ottimizzare il lavoro dei trasduttori responsabili di gestire le frequenze ad ultrasuoni. La “sweep frequency technology” che è una tecnologia di scansione generalmente nota nel settore dei dispositivi preposti alla pulizia di superfici mediante ultrasuoni, serve ad identificare la frequenza ottimale forzandone la costanza in modo ottimizzato, in questo caso per la pulizia dei dischi. Rispetto al modello precedente HG01 è un miglioramento notevole, perché in quel caso i trasduttori erano alimentati da una sola scheda. NOVA garantisce quindi che i 40khz siano costanti ed effettivi su tutta la superficie del disco, senza variazioni rilevanti.
Ventole più potenti per asciugare la tua collezione di dischi
Viene incrementata anche la potenza della ventola al fine di ottenere risultati migliori durante il processo di asciugatura automatico. HG01 contava su una ventola a 7.300 RPM, mentre NOVA sfrutta ben 9.000 RPM. Nel modello precedente, con il ciclo di asciugatura di 3 minuti, alcuni utenti, anche in base alle condizioni climatiche generali dell’ambiente, non sempre riscontravano risultati soddisfacenti. C’è da tenere conto che l’efficacia dell’asciugatura può variare in base a numerosi fattori: il materiale di fabbricazione del vinile e il loro spessore anche in rapporto all’anno di produzione, ma anche la temperatura e i livelli di umidità dell’ambiente circostante in cui la macchina si trova ad operare. Se in generale, anche con il modello precedente, il ciclo di asciugatura da 6 minuti almeno nel nostro caso ha sempre dato risultati eccellenti, con 3 minuti non sempre tutta la superficie risultava asciutta correttamente. Abbiamo fatto entrambi i test con NOVA e i miglioramenti sono evidenti. Se con alcuni dischi molto spessi e molto vecchi la parte introduttiva del vinile prima dell’attacco del brano risulta leggermente bagnata con il lavaggio da 3 minuti, con altri dischi più leggeri il problema non si pone ed è notevolmente ridotto rispetto alla versione precedente.
NOVA, per garantire un’asciugatura più efficiente, sfrutta un sistema di ventole regolabili, che si aggiustano in base al formato dei dischi. Tra le novità del dispositivo c’è infatti la possibilità di regolare il sistema di rotazione del disco senza bisogno di adattatori ingombranti. Nello spostamento delle rotelle da 12 pollici a 10 pollici fino a 7 pollici, anche le uscite della ventola vengono aggiustate di conseguenza, garantendo un getto d’aria costante direttamente sulla superficie del disco.
Tool multifunzione per inserire facilmente 7 e 10 pollici
Sempre a proposito dei formati, il tool di manutenzione che per la versione HG01 serviva ad estrarre il filtro interno alla vasca di lavaggio e a misurare il livello dell’acqua inserita, con NOVA lo si utilizza anche per spostare il meccanismo rotante così da poter inserire 45 giri e 10 pollici senza l’utilizzo dell’ingombrante adattatore che veniva adottato nella versione precedente. Al suo posto due piccoli plug che si inseriscono all’interno della vasca con il solito tool, con un metodo molto simile all’estrazione e al montaggio del filtro della vasca. Nel video vi mostriamo in modo esatto come utilizzarlo, indicando anche alcuni accorgimenti per non danneggiare il meccanismo.
Il nuovo pannello di controllo di Humminguru NOVA: lavaggio Heavy
Cambiano radicalmente anche le funzioni del pannello di controllo, che oltre a offrire i due lavaggi da 3 (Quick) e 5 (Deep) minuti nelle doppie versioni autonoma senza asciugatura e automatica con asciugatura inclusa, consentono di attivare un vero e proprio lavaggio hardcore di ben 10 minuti.
Nel video abbiamo provato il Deep e quello Heavy (10 minuti) su un disco davvero difficile, con macchie di muffa sedimentata che compromettevano l’ascolto e che avevano creato delle vere e proprie incrostazioni sulla superficie. Il lavaggio da 10 minuti le ha completamente rimosse, rivelando un disco tra l’altro suonato poco e quindi con pochissimi difetti, risorto a nuova vita.
Tra le nuove funzioni del pannello di controllo è presente anche una funzione specifica per scaricare l’acqua nel serbatoio laterale di raccolta in forma indipendente rispetto a lavaggi e asciugatura. La funzione è utile se si vogliono fare lavaggi ripetuti filtrando l’acqua più volte per continuare il lavaggio su un solo disco asciugandolo in seguito, oppure per utilizzare il nuovo rack che NOVA propone ribaltando il coperchio della macchina lavadischi
Drying Rack
Questa funzione è mutuata dalle macchine lava dischi manuali che su indie-eye abbiamo affrontato in lungo e in largo e trasforma il coperchio in un supporto dove poter montare dei piccoli tubicini di plastica e dei fermi modellati sull’uccellino-logo di Humminguru. Il coperchio diventa quindi uno stand per mostrare la copertina di un disco che state ascoltando oppure un rack per riporre fino a cinque dischi ad asciugare. La funzione è sicuramente la meno rivoluzionaria per una macchina del livello di NOVA, ma consente comunque di accelerare i processi, con un mix di manualità e tecnologia.
Imbuto per evitare sversamenti
Tra le novità anche un imbuto, davvero utile, per evitare sversamenti durante l’immissione dell’acqua nella vasca. Ricordiamo che come tutti i dispositivi elettrici, è bene fare attenzione alle indicazioni del produttore e l’immissione dell’acqua nella vasca deve esser fatta con accortezza, lentezza e partendo dal centro, per non danneggiare il dispositivo. Nel video mostriamo il corretto utilizzo dell’acqua e dell’imbuto preposto per l’immissione.
Display Countdown
Una delle funzioni più interessanti che implementano il nuovo pannello di controllo di NOVA è il Display countdown, un vero e proprio conto alla rovescia temporizzato che vi fa sapere visualmente quanto manca alla fine dei processi di lavaggio e asciugatura.
Nuovo alimentatore multistandard
Cambia anche l’alimentatore. Nella versione HG01, durante la fase d’acquisto era necessario scegliere lo standard del proprio paese, per farsi inviare il modello corretto. Per Humminguru NOVA, Happywell ha scelto una filosofia diversa e multistandard. Il nuovo alimentatore è intercambiabile e viene accompagnato da tanti plug, quanti sono gli standard internazionali. Per farlo funzionare è sufficiente individuare il proprio e montarlo con un semplice meccanismo a slitta sul blocco dell’alimentatore. Anche questa funzione è ben dettagliata nel video che abbiamo prodotto.
The Small Bottle incluso: il tensioattivo per lavare i dischi ad ultrasuoni al meglio
Tra i nuovi accessori inclusi, la Small Bottle in versione piccola, quella da 5ml. Il tensioattivo utilissimo per consentire maggiore aderenza dell’acqua distillata alla superficie del disco viene quindi incluso nella confezione di NOVA, mentre prima doveva essere acquistato separatamente.
A questo proposito, una piccola parentesi è necessaria per quanto riguarda il discorso dell’acqua da utilizzare con Humminguru. Il produttore consiglia acqua bi-distillata o “bidest” che è diversa e più pura rispetto a quella distillata che trovate in qualsiasi supermercato e spesso utilizzata per i ferri da stiro. Abbiamo raccontato le differenze e come mai è preferibile la bidest con un approfondimento chiamato Lavare la collezione di dischi con il liquido giusto ed è ancora utile per orientarsi. Per quanto riguarda invece l’utilizzo del tensioattivo, durante la rotazione del primo video dedicato a HG01 sui nostri canali, abbiamo ricevuto numerosi commenti da utenti che sostituiscono la small bottle con altri tensioattivi utilizzati nel settore fotografico. Al netto dell’esperienza soggettiva, che può essere tanto di successo quanto fallimentare, è necessario ricordare che al momento dell’acquisto Humminguru offre una garanzia, e questa protezione si può perdere completamente se si utilizzano liquidi non ammessi che possono potenzialmente danneggiare la macchina, tra questi è necessario citare i liquidi infiammabili o misture a base di alcool isopropilico, assolutamente vietate con i dispositivi ad ultrasuoni e che al contrario vengono sovente utilizzati con quelli manuali. Per altri chiarimenti consigliamo le FAQ sul sito ufficiale di Humminguru.
Filtri ed altri accessori
NOVA offre anche i ricambi per i filtri dell’acqua, quelli inseribili nel serbatoio laterale e altre sostituzioni per il filtro dell’aria, posizionato sotto la macchina stessa. Nel video vi raccontiamo anche come sostituire questi elementi. Tutti gli accessori possono essere conservati in una pochette che Humminguru include per la prima volta, al fine di raccoglierli tutti ordinatamente dopo essersi liberati degli imballi originali.
Lo shop su Amazon propone un prezzo diverso rispetto alle 627 Euro di quello sul sito ufficiale di Humminguru, ma comprende anche tasse e spese doganali senza alcuna sorpresa finale.